Elezioni comunali a San Paolo d’Argon 3-4 ottobre 2021 – Un contributo alla riflessione per il giorno del “silenzio” prima del voto

Si sta chiudendo la campagna elettorale per le elezioni comunali e ci è doveroso portare all’attenzione della cittadinanza alcune brevi riflessioni, astenendoci peraltro da qualsiasi indicazione di voto.
Elezioni importanti queste che ci accingiamo a fare e che cadono dopo la catastrofe del Covid (non ancora conclusa), nel quadro di una profonda crisi della globalizzazione neo-liberista, mentre si fanno sempre più stringenti gli allarmi per la crisi climatica e ambientale, per le tensioni internazionali e per le ingiustizie sociali sempre più profonde e drammatiche sul piano planetario, nazionale e anche locale.

E’ bene tener presente questo quadro che anche i commentatori più ottimisti ritengono preoccupante e ben poco idilliaco

Dobbiamo innanzitutto notare che questa campagna elettorale di cui sono state protagoniste le liste de “L’Alveare” e della “Lega-Salvini premier” ha brillato purtroppo per genericità e superficialità. Una campagna che ci ha molto deluso, perché fatta soprattutto di silenzi, in diversi casi perfino clamorosi e sconcertanti, almeno nei pezzi a stampa fatti pervenire alla cittadinanza. (cfr. il programma de L’Alveare e il programma della Lega – Salvini)

Ci limitiano solo alle considerazioni relative ad alcuni punti.

* Dopo la catastrofe del Covid (a San Paolo d’Argon nel marzo del 2020 abbiamo avuto un aumento di mortalità – rapportata al marzo degli anni precedenti – che è risultata in percentuale perfino superiore a quella dei paesi “martiri” di Nembro e Alzano!) non si può secondo noi far finta di niente o astenesi dal denunciare gli errori e le pesantissime responsabilità (a livello di Regione, Governo, poteri economici) che sono state all’origine della strage che qui in bergamasca è stata la peggiore del mondo.

E’ quanto mai urgente invertire la rotta che ha condotto allo smantellamento della sanità pubblica a vantaggio della sanità privata. La figura del sindaco detiene ancora competenze in materia e l’Amministrazione comunale non può rinunciare ad esprime un suo indirizzo su una materia così importante.
Gino Strada, recentemente scomparso, ancor prima del Covid scriveva della sanità in Italia: “11 milioni di persone non si curano perché non riescono a farcela economicamente e il sistema sanitario e lì che si preoccupa del pareggio di bilancio. E’ successo che si sono spalancate le porte al profitto. A me fa veramente schifo trarre profitto dal fatto che qualcuno soffra, perché credo che la medicina debba essere pubblica, di alta qualità e gratuita per tutti”.

Non c’è traccia dell’invito pressante di Strada; anzi, l’espressione SANITA’ PUBBLICA non compare in alcuno dei due programmi elettorali.

* A San Paolo d’Argon, nel 2021, in pochi mesi abbiamo avuto due morti sul lavoro (un lavoratore nostro concittadino deceduto in provincia di Varese e un lavoratore che veniva dall’India deceduto qui a San Paolo d’Argon). La Boost (ex Lediberg) la principale fabbrica del paese, presente da 50 anni, è coinvolta in una crisi profonda (è stato chiesto il concordato preventivo), con le conseguenti preoccupazioni riguardo la continuità produttiva ed occupazionale.

Sia delle vittime sul lavoro, sia della Boost ha parlato la stampa di tutta Italia. Non una parola si trova invece nei programmi delle due liste riguardo la sicurezza sul lavoro; e nemmeno della solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori Boost, quando invece serve un impegno forte a difesa della continuità, l’innovazione la difesa occupazionale del polo produttivo Boost-ex Lediberg, uno dei più rilevanti a livello provinciale. Attivarsi in tal senso da parte di una Amministrazione comunale è tutt’altro che ininfluente rispetto agli esiti di una vicenda delicata, preoccupante e ancora in corso. E – fra le varie istituzioni – l’impegno per la solidarietà nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori non può che partire dal nostro comune.

* Finalmente a San Paolo d’Argon ci si è resi conto – anche dopo i disastri meteorologi dell’anno scorso – che qualcosa bisogna fare per salvaguardare l’assetto idrogeologico. Ci si dimentica di dire però che quanto successo è conseguenza non solo del clima ma anche della selvaggia e veloce urbanizzazione che ha riguardato il nostro territorio.

Si vuole o non si vuole dire che a San Paolo d’Argon si è costruito troppo e in fretta, che il patrimonio edilizio residenziale, commerciale, produttivo non va più ampliato ma va riqualificato (non a caso anche gli ultimi governi hanno messo a disposizione – con il “110 per cento” – importanti risorse per questo) e che non è davvero il caso di suggerire altre espansioni commerciali, per esempio lungo l’asse di Via Nazionale col rischio che ciò diventi un “volano” per un ulteriore assalto al territorio.

E’ davvero ora che, anche e specialmente a San Paolo d’Argon, si parli e si ragioni in termini di “CONSUMO ZERO DEL TERRITORIO”. E’ un indirizzo da praticare con rigore e urgenza. A livello sovraccomunale infatti ci sta di fronte la finanza più aggressiva, orientata a riversare sul territorio le peggiori devastazioni, intenzionata alla speculazione più selvaggia e di dimensioni mai viste: dalle autostrade inutili che si vogliono realizzare, dall’espansione forsennata della logistica cavalcata con particolare accanimento ora anche dalle multinazionali, ai flussi aeroportuali che si vogliono espandere di nuovo in modo esponenziale, dallo stravolgimento degli assetti territoriali e sociali che si intendono portare alle estreme conseguenze. Tutte tendenze pericolosamente in atto che – secondo noi – vanno capite e contrastate con determinazione.

* In nessuno dei programmi – malgrado il bisogno conclamato – si parla di edilizia residenziale pubblica. E’ sempre più grande il numero di persone – non solo immigrati, ma anche anziani, giovani, lavoratori e lavoratrici – che non riescono a trovare e pagarsi la casa. In un paese come l’Italia che è il fanalino di coda in Europa in quanto ad alloggi pubblici, e in un comune come il nostro dove la dotazione è inferiore alle media nazionale e regionale, non si può fare a meno di notare che la politica locale si rifiuta anche questa volta di prendere in considerazione la necessita’ dell’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA – possibile ed auspicabile senza consumo di suolo – che è lo strumento principale per garantire il diritto alla casa.

* Né nel programma della Lega né nel programma dell’Alveare la parola DIRITTO/I, inteso come diritti delle persone, dei cittadini ma anche come diritto alla salute, al lavoro, all’istruzione compare. E non compare nemmeno alcuna presa di distanza o assunzione di responsabilità contro chi vuole apertamente attaccare, ridurre o negare questi diritti sacrosanti e sanciti variamente dalla Costituzione.

Si sa infatti che spendere una parola contro xenofobia e razzismo, omofobia e transfobia, maschilismo e abilismo o contro le propensioni autoritarie e regressive purtroppo presenti anche nel senso comune, rischia di questi tempi di far perdere voti.

Quanto poi alle disparità sociali – come certificano le statistiche e gli studi che se ne fanno – l’Italia è tornata più o meno alla stessa situazione degli inizi del secolo scorso (il Novecento). Denunciare questa situazione e prendersi impegni certi e non fasulli per l’equità sul piano economico e sociale andando oltre la beneficenza e i buoni consigli, anche questo può risultare controproducente e far perdere i consensi dei benestanti e il sostegno dei poteri economici.

Come è noto, se i proclami non bastano a cambiare le cose, le reticenze rischiano perfino di contribuire a peggiorarle e condurci alla barbarie (01.10.21, alternainsieme.net)

(30.09.21) San Paolo d’Argon. Della “Ciclovia Culturale” Bergamo -Brescia nonché… di una poco gradita “scaalcada” (cavalcata) durata secoli

Ci è capitato sottomano il depliant della “Ciclovia culturale” (cfr. https://www.comune.brescia.it/news/2021/febbraio/Documents/2021.02.24_Ciclovia%20BG-BS.pdf) che le città di Bergamo e di Brescia, designate come capitali della cultura per il 2023, intendono realizzare per collegarsi fra di loro attraverso un percorso che dovrebbe riguardare i numerosi beni culturali dispiegati nel territorio tra i due capoluoghi.

Un percorso di 75 km più altri 70 di “anelli”, cioè piste secondarie per raggiungere località interessanti che si discostano dal tracciato principale.

Ci sarebbero molte cose da dire, ma da buoni sampaolesi ci limitiamo a constatare con amarezza che il nostro paese non è toccato né dal percorso principale né da alcuno degli anelli secondari previsti e che il nostro Comune non fa parte del progetto.

Fino a ieri davamo per scontato che questa Ciclovia (sospendiamo per un momento il giudizio sulla sua urgenza: con il covid ancora in corso sarebbe stato meglio occuparsi di altro!) avrebbe seguito il tracciato più antico del collegamento viario tra Bergamo e Brescia, quello di origine romana che interessa anche il territorio del nostro comune nella estremità sud in corrispondenza della Via Fabio Filzi ( Via Don Canini nel comune di Albano Sant’Alessandro), ora ridotta a poco più di una strada campestre, pressoché privatizzata e sbarrata quando passa davanti alla Montello Spa.

Per secoli, forse per quasi due millenni , da lì passavano fino all’Ottocento gli spostamenti e i traffici tra Bergamo, ValCalepio e Valcavallina, Franciacorta e così via fino a Brescia, e viceversa.

Niente: la Ciclovia Culturale passa a sud, Brusaporto, Bagnatica, Costa Mezzate e risale poi a Montello, ma nessun collegamento col nostro paese, che pure qualcosa di importante sul piano storico e culturale ce l’ha, cioè in particolare il nostro Monastero di origine cluniacense per la cui salvaguardia e valorizzazione qualche anno fa sono stati spesi una barcata di soldi, anche pubblici.

Da anni un po’ di energie e pure qualche quattrino si è speso – seppure con esiti discutibili o comunque ancora parziali– anche per le piste ciclabili nel nostro territorio; e parole se ne stanno spendendo anche in questa campagna elettorale giunta alle sue ultime battute. Un minimo di attenzione e iniziativa da parte della Amministrazione Comunale forse ci avrebbe permesso di non rimanere del tutto fuori dalla operazione della Ciclovia Bergamo Culturale, tant’è che il collegamento ciclabile tra San Paolo d’Argon e Montello (dove appunto passa il percorso principale) c’è già.

Nulla di grave, certamente, ma se invece di parlare a vanvera si prendessero le iniziative giuste al momento giusto, probabilmente la nostra comunità ne avrebbe qualche vantaggio.

Tra l’altro, sarebbe stata l’occasione buona per ricordare una vicenda che si è svolta per secoli a San Paolo d’Argon fino al punto di lasciare una traccia pure nel nostro lessico dialettale locale, vicenda curiosa che anche qui non è del tutto fuori posto ricordare.

Si sa che al Monastero di San Paolo d’Argon a partire dagli inizi del Cinquecento si fermavano “nel transito per alloggio il Podestà e il Capitano nel venire e partire dal reggimento di Bergamo”. Si trattava dei magistrati nominati dalla Repubblica di Venezia per il governo della bergamasca e, tanto all’inizio quanto alla fine del loro mandato, era consuetudine che il ricco e potente Monastero di San Paolo d’Argon offrisse alle autorità venete e al loro numeroso seguito sontuosi banchetti, che duravano probabilmente più giorni.

Siccome a quei tempi ci si muoveva a cavallo sull’antico percorso da Bergamo o da Venezia passando per Brescia, questa usanza veniva chiamata “scaalcada”. Ben accolta dai monaci benedettini nei primi tempi, perché tale usanza garantiva al Monastero molto prestigio e soprattutto i favori della Repubblica di Venezia, con l’andare del tempo l’usanza divenne sempre meno gradita visti gli oneri che venivano a gravare sul Monastero e sui contadini, ma comunque – malgrado le resistenze e le opposizioni legali dei monaci – la “scaalcada” si ripetè quasi fino alla fine del dominio Veneto sulla bergamasca. (*)

Ancora oggi dopo secoli una piccola parte degli anziani e delle anziane di San Paolo d’Argon chiama “scaalcada” – termine con connotazioni fortemente negative – le autorità e le persone potenti che si riuniscono in consesso in particolare per banchetti o simili eventi. (30.09.21 . M. Mazzucchetti per Alternainsieme.net)

(* ) Si rimanda a M. Sigismondi, “San Paolo d’Argon e il suo Monastero. 1079-1979”, 1979, pp. 97 – 99.

San Paolo d’Argon. Ma perché questa palestra?

E’ di colore nero e piuttosto tetra l’insegna “PALALVF” sulla facciata della nuova gigantesca palestra comunale calata brutalmente nel grande prato delle scuole elementari e medie.

Il nome dello sponsor privato, una industria locale in grande espansione, specializzata in accessori tecnologici per la filiera delle fonti energetiche non rinnovabili, si affaccia così sulle due scuole, che di fronte alle dimensioni della palestra fanno la figura delle ancelle, quasi a rappresentare metaforicamente lo sport, quello agonistico e di spettacolo, nonché l’efficienza del modello industriale capitalistico, come completamento logico dell’”educazione dell’uomo e del cittadino”.

I molti metri cubi (più di 10.000) del colossale edificio gravano anche sull’assetto urbano nella zona residenziale più frequentata, in particolare sulla Via Giovanni XXIII, che porta ai servizi pubblici e privati principali del paese.

Al nuovo parcheggio di servizio alla palestra, anche questo fatto a spese degli spazi verdi delle scuole, si accede ancora in modo un po’ scomodo e per adesso non ben segnalato, passando da una strada privata.

La palestra, che per quanto di fattura ricercata risulta indubbiamente fuori scala e inappropriata per il contesto urbanistico. Valeva la pena investire più di 3 milioni per una seconda palestra, quando presso il centro sportivo ce n’è già un’altra che da una quindicina di anni svolge il suo compito dignitosamente? Perché farne una seconda e perché farla proprio a discapito degli spazi scolastici?

Mancava, certamente, uno spazio-palestra per le scuole elementari. Mancava da sessant’anni e sarebbe stato opportuno pensarci prima, in termini non faraonici ma più tempestivi. Invece abbiamo avuto un vuoto prolungato oltre misura, che è stato preso a pretesto e copertura per fare tutt’altro. Tant’è che per l’attività di educazione motoria dei bambini delle elementari sono stati riservati gli spazi (e nemmeno tutti) del secondo lotto, quello di dimensioni molto più modeste.

Quanto alla palestra delle scuole medie – costruita negli anni Settanta, ma, secondo quanto ci risulta, non ancora sottoposta ad intervento antisismico come le porzioni meno recenti della scuola– rimane in ogni caso il problema di decidere come e quando adeguarla, perché continuerà ad essere indispensabile.

Negli anni Sessanta e successivi le amministrazioni comunali – fra tanti errori – ebbero la lungimiranza di riservare alla scuola l’ambito tra Via Giovanni XXIII e Via del Convento su cui sorsero poi le scuole elementari (1963) e le scuole medie (1972). Si chiamava “Prato di Sera” per distinguerlo dai campi posti ad est (“Prato di Mattino”) della strada (Via convento, appunto) che, quasi mezzo millennio prima, l’abate cassinese Paolo da Genova nel secondo decennio del 1500 aveva fatto realizzare per collegare il Monastero alla nuova strada che da Bergamo passando per il bivio, che allora si trovava alla Madonna delle Rose di Albano, saliva in Valcavallina e Valcamonica e che corrisponde all’attuale Via Nazionale.

Scelta coraggiosa quella fatta a San Paolo d’Argon negli anni del Boom economico e del Centro-sinistra (quello vero e non quello farlocco di adesso che – insieme al centro-destra – ha invece fatto di tutto per annullarne le conquiste) e poco vantaggiosa per i proprietari che però responsabilmente avevano ceduto i terreni senza particolari resistenze.

Scelta che aveva consentito di collocare le scuole elementari al centro del territorio comunale, all’interno di un ampio spazio verde poi dotato di strutture come la piattaforma per pallavolo-pallacanestro (che a lezioni ormai iniziate si spera venga ripristinata al più presto), la pista di corsa e altre attrezzature di atletica; spazio che per tanti anni per tante generazioni di bambini e bambine, ragazzi e ragazzi è stato il luogo ideale per lo sport più o meno strutturato, per il gioco e la socializzazione, per le attività motorie, sia quelle guidate dagli insegnanti sia quelle spontanee, che sono altrettanto importanti per quella conoscenza di sé e del proprio corpo che sta alla base per l’apprendimento in tutte quante le materie.

Certo, di spazi all’aperto ne rimangono ancora, perfino più che nelle scuole di qualche paese vicino, ma ormai è tutta un’altra faccenda.

Come poi si sia arrivati a decidere di fare l’opera pubblica più importante degli ultimi 10 anni di amministrazione, anni in gran parte condizionati sia dalla crisi economica sia dai vincoli dell’austerity, lascia perplessi. Un po’ più di dialogo e confronto con la cittadinanza (si chiama “democrazia” e non si esaurisce con le elezioni e le campagne elettorali) poteva aiutarci a decidere che la palestra non andasse a discapito degli spazi della scuola nonché a far emergere bisogni e urgenze diversi, su cui impostare una corretta programmazione una volta che poi si sono reperite le risorse da investire o in vista di quelle tanto attese che dovrebbero arrivare col PNRR. Si tratta di bisogni che purtroppo vengono spesso ignorati e negletti, quando invece si deve constatare che a San Paolo d’Argon, anche negli anni delle “vacche magre”, lo sport locale e le varie società amatoriali – che gestiscono ormai un giro economico non più irrisorio, nonché un significativo bacino elettorale – hanno potuto usufruire in quasi tutti questi anni di cospicui investimenti del bilancio comunale.

Quanto agli sponsor e alle sponsorizzazioni, è auspicabile che quantomeno dalla scuola pubblica se ne stiano fuori e lontani, perché la scuola pubblica è di tutti e non deve essere condizionata in alcun modo da chi ha i soldi o dai padroni delle ferriere.

A San Paolo d’Argon la sigla dello sponsor privato campeggia purtroppo sulla facciata della palestra comunale, che non è propriamente scuola, ma si trova comunque calata negli spazi riservati alla scuola dell’obbligo. E ciò ci risulta sgradevole e sgradito. (14.09.2021, Maurizio G. Mazzucchetti per Alternainsieme.net)

Unione Inquilini – XVI congresso nazionale / 24-26 settembre 2021

UNA CONFEDERAZIONE PER IL DIRITTO ALLA CASA E ALL’ABITARE: Proposta di documento politico

PARTE PRIMA: LA PROPOSTA POLITICA

  1. Il cuore della proposta: “Una confederazione per il diritto alla casa”

Serve una proposta strategica per rispondere a questa cruciale domanda: quale fronte di alleanze, innanzitutto sociali, è oggi necessaria per tentare di scalare il picco impervio dell’efficacia della propria azione?

E’ chiaro, almeno a noi dell’Unione Inquilini, che le nostre forze, da sole, sono del tutto inadeguate.

Occorre pertanto avere un progetto di alleanze, anzi molto più di questo: occorre costruire una coalizione sociale di forze vaste e articolate che si unificano intorno al progetto di un nuovo intervento pubblico nel settore delle politiche abitative nella direzione dell’incremento degli alloggi di edilizia residenziale pubblica a canone sociale e in quello della calmierazione dei canoni privati.

La nostra è, quindi, una proposta unitaria ma in termini del tutto nuovi.

Accezione tradizionale del termine unità: “unità sindacale come patto d’azione comune tra organizzazioni omogenee nella ragione sociale e che si pongono tendenzialmente come monopoliste nell’ambito della rappresentanza”.

Una nuova accezione: unità come “campo largo”, “spazio pubblico comune”, costruzione di una “coalizione per il diritto alla casa” in cui associazioni nazionali e comitati locali, sindacati confederali e di base e organizzazioni sindacali dell’inquilinato, movimenti metropolitani e associazioni del volontariato, mondi della cultura e centri di ricerca e forze politiche ispirati alla costruzione di una alternativa al neoliberismo, esperienze avanzate di governi delle autonomie e degli enti gestori dell’ERP, si possano riconoscere dentro una cornice comune.

L’unità di cui parliamo, quindi, è un processo diverso da quello della costruzione di percorsi unitari a livello sindacale e/o con i movimenti per il diritto all’abitare. La comprende ma si pone l’esigenza di andare oltre e di rompere con l’idea che ci sia chi ha il monopolio della rappresentanza.

Non pensiamo alla “riduzione ad uno” o alla riproposizione di sterili egemonie.

Ognuno deve mantenere la propria specificità, il proprio linguaggio, le proprie forme di comunicazione e di lotta. Tutti assieme, pero, ci si può connettere dentro una rete e una piattaforma condivise.

D’altra parte, sperimentiamo che, se si partisse dai contenuti che si condividono, ciò sarebbe già adesso praticabile. Abbiamo sperimentato, nella costruzione di relazioni orizzontali di scambio e collaborazione che esistono mondi della ricerca, dei movimenti per l’abitare dell’associazionismo e del volontariato che, nella loro elaborazione e esperienza specifiche, incrociano il tema della casa ed elaborano proposte che sono assai simili alle nostre.

Abbiamo sperimentato, anche nelle lotte, per esempio, nella costruzione delle giornate “sfratti zero” la possibilità concreta di questi percorsi.

E’ solo uscendo ognuno dai propri confini e dal proprio “orto” che si può tentare di superare le reciproche parzialità e conquistare quel livello di incidenza utile a porre realmente e concretamente il tema di una svolta possibile sul tema del diritto alla casa e all’abitare. In alcune realtà, vedi Livorno, questo è già un fatto concreto.

Continua a leggere

CASE POPOLARI 2021 BG – GRADUATORIE PROVVISORIE/DEFINITIVE

Non reperite le graduatorie di diversi comuni

  • AMBITO ISOLA-VAL SAN MARTINO (comuni di AMBIVERE, BONATE SOPRA, BONATE SOTTO, BOTTANUCO, BREMBATE, BREMBATE DI SOPRA, CALUSCO D’ADDA, CAPRIATE SAN GERVASIO, CAPRINO BERGAMASCO, CARVICO, CHIGNOLO D’ISOLA, CISANO BERGAMASCO, FILAGO, MADONE, MAPELLO, MEDOLAGO, PONTE SAN PIETRO, PONTIDA, PRESEZZO, SOLZA, SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII, SUISIO, TERNO D’ISOLA, TORRE DE’ BUSI, VILLA D’ADDA)

N° 38 alloggi distribuiti nei comuni di Brembate di Sopra, Calusco d’Adda, Capriate San Gervaso, Caprino Bergamasco, Carvico, Cisano Bergamasco, Medolago, Ponte San Pietro, Pontida, Sotto il Monte Giovanni XXIII, Suisio.

Graduatoria definitiva degli alloggi di proprietà Aler: ALER Brembate di Sopra, Calusco d’Adda Capriate San Gervasio, Cisano Bergamasco, Ponte San Pietro

AMBITO DI SERIATE (comuni di ALBANO SANT’ALESSANDRO, BAGNATICA, BRUSAPORTO, CAVERNAGO, COSTA DI MEZZATE, GRASSOBBIO, MONTELLO, PEDRENGO, SCANZOROSCIATE, SERIATE, TORRE DE’ ROVERI)

Domande da presentare dal 04.06.2021 ore al 04.08.2021 ore 12.00. N. 11 alloggi distribuiti nei comuni di Albano Sant’Alessandro (5), Pedrengo (1), Scanzorosciate (1), Seriate (4).

Graduatoria definitiva degli alloggi di proprietà Aler: Aler Scanzorosciate, Seriate

  • AMBITO DI TREVIGLIO (comuni Arcene, Arzago d’Adda, Brignano Gera d’Adda, Calvenzano, Canonica d’Adda, Caravaggio, Casirate d’Adda, Castel Rozzone, Fara Gera d’Adda, Fornovo San Giovanni, Lurano, Misano Gera d’Adda, Mozzanica, Pagazzano, Pognano, Pontirolo Nuovo, Spirano, Treviglio)

Domande da presentare dal 17.05.2021 ore 10.00 al 02.07.2021 ore 12.00. N. 59 alloggi (di cui 10 non immediatamente assegnabili) distribuiti nei comuni di Arcene, Brignano Gera d’Adda, Calvenzano, Caravaggio, Casirate d’Adda, Castel Rozzone, Fara Gera d’Adda, Lurano, Misano di Gera d’Adda, Pognano, Misano, Pontirolo Nuovo, Spirano, Treviglio.

Graduatoria definitiva degli alloggi di proprietà Aler: ALER Brignano Gera d’Adda, Caravaggio, Spirano, Treviglio.

  • AMBITO DI ROMANO DI LOMBARDIA (comuni di ANTEGNATE, BARBATA, BARIANO, CALCIO, CIVIDATE AL PIANO, COLOGNO AL SERIO, CORTENUOVA, COVO, FARA OLIVANA CON SOLA, FONTANELLA, GHISALBA, ISSO, MARTINENGO, MORENGO, PUMENENGO, ROMANO DI LOMBARDIA, TORRE PALLAVICINA).

Domande da presentare dal 15.04.2021 al 31.05.2021 ore 17.00. Antegnate: n° 2 alloggi; Cividate al Piano: n° 2 alloggi; Fontanella n° 4 alloggi; Martinengo n° 6 alloggi; Pumenengo n° 1; Romano di Lombardia n° 3).

Graduatoria definitiva degli alloggi di proprietà Aler: ALER Martinengo, Romano di Lombardia.

  • AMBITO (BASSA) VALLE SERIANA – ALBINO (comuni di ALBINO, ALZANO LOMBARDO, AVIATICO, CASNIGO, CAZZANO SANT’ANDREA, CENE, COLZATE, FIORANO AL SERIO, GANDINO, GAZZANIGA, LEFFE, NEMBRO, PEIA, PRADALUNGA, RANICA, SELVINO, VERTOVA, VILLA DI SERIO

N° 19 unità abitative nei comuni di Albino, Alzano Lombardo, Cene, Gandino, Gazzaniga, Nembro, Pradalunga, Ranica.

Graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà Aler (nei comuni di Albino, Alzano Lombardo, Cene, Nembro e Pradalunga): ALER Albino, Alzano Lombardo, Cene, Nembro e Pradalunga;

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà del Comune di GANDINO

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà del Comune di Ranica

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà del Comune di Gazzaniga

  • AMBITO DI BERGAMO (comuni di BERGAMO, GORLE, ORIO AL SERIO, PONTERANICA, SORISOLE, TORRE BOLDONE. In grassetto il comune capofila)

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà Aler (nei comuni di Bergamo – n. 89 – e Torre Boldone – n. 3): ALER Bergamo e Torre Boldone

Graduatoria provvisoria degli alloggi (n. 35) di proprietà del Comune di BERGAMO; graduatoria DEFINITIVA degli alloggi (n.35) di proprietà del Comune di BERGAMO

Graduatoria provvisoria degli alloggi (n. 2) di proprietà del Comune di GORLE; Graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà del Comune di GORLE

Graduatoria provvisoria degli alloggi (n. 1) di proprietà del Comune di ORIO AL SERIO (?)

  • AMBITO DALMINE (comuni di AZZANO SAN PAOLO, BOLTIERE, CISERANO, COMUN NUOVO, CURNO, DALMINE, LALLIO, LEVATE, MOZZO, OSIO SOPRA, OSIO SOTTO, STEZZANO, TREVIOLO, URGNANO, VERDELLINO, VERDELLO, ZANICA)

N° 38 alloggi nei comuni di Azzano San Paolo, Comun Nuovo, Dalmine, Mozzo, Osio Sotto, Stezzano, Treviolo, Urgnano, Verdellino, Verdello e Zanica.

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà Aler (nei comuni di Dalmine, Osio Sotto, Urgnano, Verdellino): ALER Dalmine, Osio Sotto, Urgnano, Verdellino; Graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà Aler (nei comuni di Dalmine, Osio Sotto, Urgnano, Verdellino): ALER Dalmine, Osio Sotto, Urgnano, Verdellino

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà del Comune di COMUN NUOVO; graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà del Comune di COMUN NUOVO

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà del Comune di DALMINE; graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà del Comune di DALMINE

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà del Comune di OSIO SOTTO; graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà del Comune di OSIO SOTTO

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà del Comune di TREVIOLO; graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà del Comune di TREVIOLO

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà del Comune di STEZZANO; graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà del Comune di STEZZANO

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà del Comune di VERDELLINO; graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà del Comune di VERDELLINO

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà del Comune di VERDELLO; graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà del Comune di VERDELLO

  • AMBITO VALLE CAVALLINA (comuni di BERZO SAN FERMO, BIANZANO, BORGO DI TERZO, CAROBBIO DEGLI ANGELI, CASAZZA, CENATE SOPRA, CENATE SOTTO, ENDINE GAIANO, ENTRATICO, GAVERINA TERME, GORLAGO, GRONE, LUZZANA, MONASTEROLO DEL CASTELLO, RANZANICO, SAN PAOLO D’ARGON, SPINONE AL LAGO, TRESCORE BALNEARIO, VIGANO SAN MARTINO, ZANDOBBIO)

Alloggi disponibili nei comuni di Carobbio degli Angeli n. 3; Entratico: n. 2; San Paolo d’Argon: n. 1; Gorlago: n. 4; Trescore Balneario: n. 3.

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà Aler: ALER Gorlago e Trescore Balneario; Graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà Aler (nei comuni di Gorlago – n. 4 – e Trescore Balneario – n. 3): ALER Gorlago e Trescore Balneario

Graduatoria provvisoria degli alloggi (n.1) di proprietà del Comune di SAN PAOLO D’ARGON

Graduatoria provvisoria degli alloggi (n.3) di proprietà del Comune di CAROBBIO DEGLI ANGELI

Graduatoria provvisoria degli alloggi (n. 2) di proprietà del Comune di ENTRATICO

  • AMBITO VALLE BREMBANA (comuni di ALGUA, AVERARA, BLELLO, BRACCA, BRANZI, CAMERATA CORNELLO, CARONA, CASSIGLIO, CORNALBA, COSTA SERINA, CUSIO, DOSSENA, FOPPOLO, ISOLA DI FONDRA, LENNA, MEZZOLDO, MOIO DE’ CALVI, OLMO AL BREMBO, OLTRE IL COLLE, ORNICA, PIAZZA BREMBANA, PIAZZATORRE, PIAZZOLO, RONCOBELLO, SAN GIOVANNI BIANCO, SAN PELLEGRINO TERME, SANTA BRIGIDA, SEDRINA, SERINA, TALEGGIO, UBIALE CLANEZZO, VAL BREMBILLA, VALLEVE, VALNEGRA, VALTORTA, VEDESETA, ZOGNO)

N° 4 alloggi nei comuni di Lenna, San Giovanni Bianco, Zogno.

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà Aler nei comuni di Lenna (n.1), San Giovanni Bianco (n.1) e Zogno: ALER Lenna, San Giovanni Bianco e Zogno; Graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà Aler nei comuni di Lenna (n.1), San Giovanni Bianco (n.1) e Zogno: ALER Lenna, San Giovanni Bianco e Zogno

  • AMBITO VALLE SERIANA SUPERIORE E VALLE DI SCALVE (Comuni: ARDESIO, AZZONE, CASTIONE DELLA PRESOLANA, CERETE, CLUSONE, COLERE, FINO DEL MONTE, GANDELLINO, GORNO, GROMO, OLTRESSENDA ALTA, ONETA, ONORE, PARRE, PIARIO, PONTE NOSSA, PREMOLO, ROVETTA, SCHILPARIO, SONGAVAZZO, VALBONDIONE, VALGOGLIO, VILLA D’OGNA, VILMINORE DI SCALVE)

N° 15 alloggi (di cui 2 non immediatamente assegnabili) nei comuni di Ardesio, Parre, Clusone, Cerete, Gromo, Gandellino e Valbondione).

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà Aler nei comuni di Clusone, Gandellino e Valbondione: ALER Clusone, Gandellino, Valbondione; Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà Aler nei comuni di Clusone, Gandellino e Valbondione: ALER Clusone, Gandellino, Valbondione

Graduatoria DEFINITIVA degli alloggi di proprietà del comune di ARDESIO

Graduatoria provvisoria degli alloggi di proprietà del comune di PARRE; garduatoria DEFINITIVA degli alloggi di properità del Comune di PARRE

Graduatoria provvisoria degli alloggi del Comune di Cerete: ?

Graduatoria provvisoria degli alloggi del Comune di Gromo: ?

San Paolo d’Argon verso le elezioni comunali 2021. INCONTRO PUBBLICO. Martedì 27 luglio, ore 21.00 – Sala Incontri c/o Biblioteca (Via Papa Giovanni XXIII)

In autunno ci sono le elezioni comunali ed è giusto che la cittadinanza abbia occasione di parlarne, esprimersi, partecipare.

Già previste per la primavera e poi rimandate a causa del Covid, le elezioni comunali si terranno probabilmente a ottobre. Mentre negli altri comuni coinvolti fervono discussioni e incontri, da noi tutto tace e sembra che non rimanga altro da fare se non attendere.

In un contesto come il nostro dove le occasioni di confronto sui temi politico-amministrativi sono quanto mai scarse, invitiamo la cittadinanza ad un incontro pubblico.

Questi alcuni dei temi di riflessione che proponiamo.

* Dal Covid 19 alla “società della cura”

L’esperienza di pandemia, che purtroppo non è ancora al capolinea, ci conferma che il modello di produzione e di sviluppo vigente, fondato sull’assoluta priorità del profitto e del mercato senza regole, non garantisce più nessuno e ha reso precaria l’esistenza di tutti non solo nei paesi poveri, ma anche in quelli ricchi. Ciò obbliga a cambiare strada, qui e ora, perché l’alternativa è radicale e non mediabile: “o la borsa o la vita”.

Abbiamo anche compreso che siamo in relazione di interdipendenza tra noi e con la natura e che al primo posto va posto il diritto-dovere della “cura” – cura di sé, degli altri, degli esseri viventi, del pianeta – come unica strada che ci permette di vivere e di riprodurre la società. Abbiamo cioè imparato che la “cura” viene prima della produzione e del profitto e richiede di sottrarre alla speculazione e alla logica di mercato i beni essenziali per vivere, nonché i servizi pubblici fondamentali che riguardano la salute, il lavoro, l’istruzione, l’abitare

Ricostruire in particolare un servizio sanitario universale diventa un compito prioritario delle istituzioni e delle comunità. Compito che non può prescindere dalla denuncia delle responsabilità che – da Governo e Regione ai poteri economici che li hanno condizionati – hanno reso tragico l’impatto del Covid. Non si può ricostruire e ipotizzare un bel niente se non si fanno innanzitutto verità e giustizia.

Il lavoro e la giustizia sociale

Nell’ultimo decennio in Italia, attraverso provvedimenti quali riforma Fornero o Jobs act (per citare solo questi), sono state devastate la vita e le condizioni lavorative della maggioranza delle persone. Si è inteso assecondare la cosiddetta globalizzazione neoliberista attraverso politiche economiche che hanno premiato i ricchi e penalizzato i poveri a tutti i livelli.

E’ di questi giorni la notizia che la fabbrica più importante del nostro paese, la Boost (già Lediberg), si trova in una situazione critica sul versante delle disponibilità finanziarie. Fortemente a rischio”, scrivono i sindacati.L’impegno della solidarietà, per la difesa del salario e dell’occupazione,deve essere secondo noi al primo posto.

Purtroppo ovunque il lavoro e il reddito sono diventati aleatori, mentre le disparità sociali ci stanno riportando indietro di un secolo. Nelle istituzioni sono state espulse o ridotte all’insignificanza le voci dei lavoratori e delle lavoratrici. La nostra Costituzione nata dalla Resistenza, invece di essere finalmente applicata, viene quotidianamente calpestata in un quadro di relazioni istituzionali e sociali che rasentano frequentemente la barbarie. E’ possibile migliorare la nostra realtà locale senza l’impegno a contrastare queste tendenze e senza dare voce innanzitutto a chi paga il prezzo più pesante?

* Ambiente: la lotta va continuata e approfondita!

Il “riscaldamento globale” sta ponendo l’umanità di fronte a scenari apocalittici. All’origine vi è la dissennata distruzione dell’ambiente (terra, acqua, aria) provocata da un modello economico ormai globalizzato. Non solo distruzione dell’ambiente, ma anche abnormi diseguaglianze: 8 (otto!) persone detengono tante ricchezze come metà dell’umanità. Salvare il pianeta è compito di tutti e lo si può fare solo attraverso il miglioramento delle condizioni di vita di tutta l’umanità e abbattendo le disparità che sono insieme causa ed effetto della crisi globale.

Anche nel nostro territorio in passato è stato possibile in parte arginare speculazioni che sarebbero state devastanti, ma ciò non ha impedito purtroppo un notevole e rapido consumo di suolo. I rapidi cambiamenti in atto nel sistema economico finanziarizzato e interconnesso non escludono certamente nuove offensive speculative nei confronti del nostro territorio e c’è sempre chi in ogni occasione è pronto a salire su questo carro.

La forza della democrazia e della partecipazione. Le prospettive

Che si tratti di qualità della vita, diritto delle lavoratrici e dei lavoratori oppure salvaguardia dell’ambiente o di cultura, la partecipazione e la democrazia assumono un ruolo centrale.

Dopo decenni di “riforme” che hanno ridotto ai minimi termini democrazia e pluralismo nella vita amministrativa, è fondamentale che la cittadinanza – nelle sue articolazioni e diversità – sia nelle condizioni di tornare ad assumere un ruolo attivo anche rispetto alla vita amministrativa e politica.

Abbiamo davanti agli occhi il fallimento del nuovo assetto economico dato recentemente alla città di Bergamo e al suo hinterland (di cui siamo parte!) ipotizzando nuove autostrade e sviluppando fino all’inverosimile i flussi aeroportuali. La crisi Covid ha fatto giustizia di queste visioni insensibili alle loro conseguenze sociali e ambientali. Ciò nonostante ancora si continua a puntare su grandi opere stradali, che derogano a ogni cautela ambientale e contrattuale.

Si cerca ancora di vedere in uno sviluppo dell’edilizia il volano economico da favorire, magari in assenza di domanda, sfruttando le contraddizioni generate dal sistema stesso. Anche a San Paolo d’Argon dovremo decidere cosa il nostro paese dovrà essere in futuro; le nuove infrastrutture previste miglioreranno l’accessibilità su ferro verso Bergamo, ma non devono obbligatoriamente diventare l’occasione di ulteriore sfruttamento indiscriminato del territorio.

Non deve essere fatto l’errore di uscire dalla crisi pandemica solo favorendo le caotiche tendenze speculative che hanno dominato la fase precedente. La socialità, l’ambiente e la giustizia sociale devono diventare invece i cardini di una nuova, e diversa, fase di crescita della nostra comunità.

San Paolo d’Argon verso le elezioni comunali 2021
Temi, problemi e proposte.
INCONTRO PUBBLICO
Interventi introduttivi a cura de “L’Alternativa-San Paolo d’Argon”
Martedì 27 luglio, ore 21.00 – presso SALA INCONTRI della Biblioteca, entrata da Via Giovanni XXIII
(nel cortile all’aperto)

L’Alternativa – San Paolo d’Argon” alternainsieme@yahoo.it – www.alternainsieme.net

(23.07.21) Boost (ex Lediberg): difendiamo il lavoro e il salario!

Il testo del volantino de “L’Alternativa – San Paolo d’Argon” e Prc/Se – circolo della Valcavallina diffuso questa mattina durante il presidio delle lavoratrici e dei lavoratori davanti alla Prefettura di Bergamo

“Esprimiamo grande preoccupazione per la confusa situazione che si è creata alla Boost, la principale industria come numero di occupati nel nostro territorio, a seguito dei ritardi nel pagamento degli stipendi. Ora le organizzazioni sindacali hanno denunciato sulla stampa la mancanza di una prospettiva industriale per mettere in sicurezza l’attività degli stabilimenti del gruppo (San Paolo d’Argon, Cenate Sotto e Tolentino nelle Marche) e i relativi posti di lavoro (oltre un migliaio).

La Boost è un’azienda che anche in questo periodo potrebbe lavorare, produrre, avere rientri perché ha commesse, ma nonostante ciò si trova, misteriosamente, in difficoltà finanziarie.

Negli ultimi anni abbiamo constatato come tutto il settore della cartotecnica, una delle più significative e storiche eccellenze del panorama industriale della bergamasca, abbia subito numerosi cambiamenti proprietari, in un vorticoso e opaco processo di acquisti e vendite tra gruppi economici da cui è scaturita la Boost, che ha assorbito aziende quali Lediberg, Bolis, il Arti Grafiche Johnson. Su tale processo, che non è stato indolore per i lavoratori e che ha già portato a ristrutturazioni aziendali e alla perdita di posti di lavoro, andrebbe fatta piena luce. Ci domandiamo infatti se esistono delle responsabilità per questa crisi che si annuncia e di chi sono.

La preoccupazione è che ora lo stato di sofferenza finanziaria in atto alla Boost venga preso a pretesto dal sistema imprenditoriale, finanziario e politico per effettuare ulteriori ristrutturazioni e razionalizzazioni aziendali che possono anche sfociare nel taglio di altri posti di lavoro. Come al solito le crisi le pagano i lavoratori e le loro famiglie.

Un processo generalizzato in tutta Italia in queste settimane. Infatti, dopo lo sblocco dei licenziamenti deciso dal governo Draghi, il padronato ha dato corso a pesanti interventi ristrutturativi in numerose aziende: l’intenzione è quella di fare più profitti riducendo l’occupazione e rendendo il lavoro più pesante e precario. In qualche caso arrivando sino alla chiusura e alla delocalizzazione all’estero delle aziende. Sono le classiche porcate che il padronato e i governi fanno in luglio e agosto quando l’opinione pubblica è più distratta. Chiamiamo tutti alla massima vigilanza e mobilitazione, perché a questa prospettiva dobbiamo opporci con tutte le nostre forze.

Il salario e l’occupazione non si toccano. Difendiamoli con l’unità dei lavoratori e delle lavoratrici.

Invitiamo il territorio alla più ampia solidarietà nei confronti delle maestranze Boost.

San Paolo d’Argon/Borgo di Terzo, 23.07.2021

* “L’Alternativa – San Paolo d’Argon”

* Rifondazione Comunista – Circolo della Valcavallina

www.alternainsieme.netwww.prcbergamo.it

Bergamo. Dal 1° luglio riprendono le esecuzioni degli sfratti, e pure i licenziamenti. L’appello di Unione Inquilini. Mercoledì 30 giugno ore 17.30, tutt* davanti alla Prefettura con i sindacati casa

Ancora gravi i rischi del Covid, ma c’è tantissima voglia di normalità. Purtroppo questa auspicata normalità col 30 giugno 2021 si presenta con la fine tanto del blocco dei licenziamenti quanto del blocco degli sfratti, con grande soddisfazione di chi li ha mal tollerati entrambi e invece con grandissima preoccupazione e angoscia di chi questi “sblocch” li deve subire.

Per la verità diverse tipologie di sfratti – fa presente Rita Rebecchi, segretaria di Unione Inqulini Bg – non si sono mai fermate neppure col Covid e ci è toccato intervenire nei mesi scorsi, in pieno inverno e in piena zona arancione, per evitare sgomberi improvvisi senza alcuna sistemazione alternativa per le famiglie coinvolte. Adesso, dal 1° luglio, rieccoci con la “normalità”, dopo 16 mesi di parziale sospensione”.

Ma gli sgomberi forzosi, e in particolare quando derivano dall’incapienza economica di chi li subisce non possono essere considerati “normali” alla luce della normativa nazionale e, ancor più chiaramente, delle convenzioni internazionali. Infatti anche in sede Onu si raccomanda che “nel caso in cui lo sfratto sia inevitabile, gli Stati devono rispettare precise modalità per non violare nessun diritto umano di tutte le persone coinvolte, senza nessuna distinzione, nemmeno di cittadinanza o meno, di titolo legale di uso o mancanza di titolo: deve essere effettuata una tempestiva comunicazione preventiva, stabilito il dialogo tra le parti per concordare soluzioni rispettose di tutti i diritti umani, trovata preventivamente una rilocazione adeguata, sicura, dignitosa e accessibile per tutte le persone e le famiglie coinvolte”. E ciò è ancora più necessario stante la situazione di pandemia da COVID19 non superata, mentre diversi studi hanno dimostrato l’incidenza degli sfratti sull’aumento della contagiosità e della mortalità.

Continua a leggere

Il 30 giugno finisce il blocco degli sfratti. I sindacati inquilini chiedono incontro urgente al Prefetto

  • Nell’imminenza della ripresa delle esecuzioni degli sfratti, sospese a causa dell’emergenza Covid dal febbraio 2020, è stato indetto un PRESIDIO per mercoledì 30 giugno dalle ore 17,30 davanti alla Prefettura di Via Tasso 8 a Bergamo. I sindacati degli inquilini hanno inviato una richiesta urgente di incontro al Prefetto. La richiesta è che venga garantito a tutte le famiglie sotto sfratto e in procinto di essere sgomberate il passaggio da casa a casa. Nessuno sblocco se non c’è questa garanzia.

Di seguito il testo della comunicazione inviata al Prefetto dai sindacati degli inquilini

Alla cortese attenzione dell’Ill.mo Sig. Prefetto della Provincia di Bergamo (…)

Richiesta incontro per valutazione misure di contenimento emergenza abitativa e rispetto garanzia di passaggio di casa a casa per le persone in fragilità economica o sociale.

Con la presente le scriventi organizzazioni sindacali esprimono la propria preoccupazione riguardo alle conseguenze sociali che la ripresa delle esecuzioni di sfratto possa determinare nei mesi prossimi nella città di Bergamo e nei comuni della provincia, in assenza di pianificazione delle necessarie misure sociali da parte degli enti preposti.

La crisi economica legata alla situazione di emergenza sanitaria ha determinato la diminuzione del reddito disponibile per moltissime famiglie che non sono riuscite in questi mesi a corrispondere i canoni di affitto e nei confronti dei quali sono state avviate o stanno per essere avviate procedure di sfratto, che si sono aggiunte e si aggiungono continuamente alle migliaia di sfratti e di esecuzioni immobiliari già in fase esecutiva e sinora bloccati.

La grave insufficienza di alloggi di edilizia residenziale pubblica, la lentezza, i ritardi ed il crollo delle assegnazioni a fronte di migliaia di richiedenti e di centinaia di alloggi pubblici inutilizzati da parte di Aler e Comuni, richiedono un intervento coordinato urgente da parte delle autorità pubbliche, ciascuno per le proprie competenze e responsabilità.

Le chiediamo pertanto un urgente incontro per discutere e trovare soluzioni adeguate per affrontare la grave crisi abitativa che investirà la nostra provincia nei prossimi mesi.

In tale incontro vorremmo presentarle le nostre proposte tese a garantire il passaggio da casa a casa per le persone in criticità sociale sottoposte a sfratto o a sgombero, in ossequio alle norme nazionali e alle obbligazioni legali internazionali ribadite allo Stato Italiano dal Relatore Onu per il diritto alla casa e che richiamiamo in nota:

*istituire un tavolo di confronto per un’intesa che coinvolga tutti gli attori istituzionali a vario titolo interessati a fronteggiare la crisi abitativa.

* promuovere azioni e farsi portavoce nei confronti degli organi preposti, degli eventuali provvedimenti necessari alla sospensione degli sfratti e degli sgomberi per il tempo necessario per il reperimento di alloggi alternativi, in particolare di edilizia residenziale pubblica sociale

* stabilire una Commissione territoriale per il contrasto al disagio abitativo ai sensi della L. 124/2013 per la graduazione delle esecuzioni che garantisca il passaggio da casa a casa

* istituire tempestivamente le cabine di regia previste dall’art 11 l. 48/2017, ss.mm.ii per la tutela dei soggetti in situazione di fragilita’ che non sono in grado di reperire autonomamente una sistemazione alloggiativa alternativa.

* non concedere l’uso della forza pubblica per l’esecuzione di sfratti e sgomberi

Le chiediamo quindi un incontro per discutere delle questioni di cui sopra.

In attesa di Suo cortese riscontro, porgiamo cordiali saluti

(giugno 2021 – F.to: SUNIA, SICET, UNIAT,UNIONE INQUILINI)

Nota: fondamenti giuridici delle obbligazioni degli organi amministrativi e di governo sul diritto all’abitare.

Vogliamo contribuire alla fondamentazione giuridica delle proposte ricordando che gli sfratti in assenza di abitazione alternativa dignitosa, stabile ed economicamente sostenibile per tutti, violano la normativa ratificata dall’Italia:

* Legge n. 833 del 23 dicembre 1978, che impone al sindaco la tutela della salute dei cittadini, in questo caso minacciata dalla perdita dell’abitazione senza alternativa;

* l’art. 11 (diritto alla casa) e l’art. 12 (diritto alla salute) del Patto Internazionale dei Diritti Economici, Sociali e Culturali (PIDESC), ratificata dall’Italia con la Legge n. 881 del 25 ottobre 1977;

* l’art. 27 della Convenzione sui Diritti del fanciullo, ratificata dall’Italia con la Legge n. 176 del 27 maggio 1991;

gli articoli 14 e 15 della Convenzione per l’eliminazione della discriminazione nei confronti delle donne, ratificata dall’Italia con la Legge n. 132 del 14 marzo 1985.

I commenti generali n. 4 e n. 7 del Comitato ONU stabiliscono che lo sfratto forzoso è incompatibile con l’art. 11 PIDESC. Nel caso in cui lo sfratto sia inevitabile, gli Stati devono rispettare precise modalità per non violare nessun diritto umano di tutte le persone coinvolte, senza nessuna distinzione, nemmeno di cittadinanza o meno, di titolo legale di uso o mancanza di titolo: deve essere effettuata una tempestiva comunicazione preventiva, stabilito il dialogo tra le parti per concordare soluzioni rispettose di tutti i diritti umani, trovata preventivamente una rilocazione adeguata, sicura, dignitosa e accessibile per tutte le persone e le famiglie coinvolte.

Questo rispetto è ancora più necessario stante la situazione di pandemia da COVID19, non superata, dato che numerosi studi hanno dimostrato la gravissima incidenza degli sfratti sull’aumento della contagiosità e della mortalità.

L’obbligo di rispettare tutti i trattati internazionali è stato confermato dalla Corte Costituzionale alla luce della Costituzione Italiana:

* art. 10 “L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.”

* art. 117 “(l) la potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.”

Tali obbligazioni legali, come ricordato dal Relatore Speciale ONU sul Diritto alla casa, impongono a tutte le istituzioni, incluso alle autorità locali, non solo all’autorità nazionale, l’obbligo di proteggere tale diritto con azioni e politiche adeguate. Le stesse forze di polizia, prima di effettuare l’esecuzione, hanno pertanto l’obbligo di verificare e non possono intervenire se tali obbligazioni legali non sono state rispettate.

L’intervento del Relatore ONU sul diritto alla casa nei confronti dell’Italia per il caso dello sfratto della famiglia Mokthari Asmahane (S. Martino di Lupari), e quello più recente del Comitato ONU sui diritti che ha chiesto un provvedimento cautelare di sospensione di uno sfratto a Roma, sono fortissimi richiami a tale rispetto.

Cfr. anche PDF

STORIA. (02.06.1946) Monarchia o repubblica? Ma come votò la gente nei nostri paesi?

Solo recentemente il Ministero dell’Interno ha inserito nel suo sito sulle elezioni tutti i dati comune per comune del referendum istituzionale del 2 e 3 giugno 1946, che – come è noto – venne tenuto un anno dopo la Liberazione congiuntamente all’elezione dell’Assemblea Costituente che avrebbe redatto la nuova Costituzione.

A scuola il 2 Giugno viene ricordato come il giorno in cui votarono per la prima volta le donne (e non è tecnicamente vero perché le donne avevano già potuto votare nelle elezioni amministrative che si erano tenute dal 1945), e che la repubblica (con la Costituente) fu la logica e normale conclusione della guerra di Liberazione (il che è solo in parte vero perché anche sulla questione istituzionale la monarchia insieme ad un pezzo della classe dirigente giocò sporco e fino all’ultimo).

La repubblica vinse abbastanza bene (54,27% contro 45,32%) anche se nelle regioni del Sud prevalse la monarchia e anche, se per intorpidire le acque, si parlò a lungo di brogli senza uno straccio di prova.

Ma come si votò nei nostri comuni? Finalmente stando comodamente al pc si può sapere tutto o quasi anche dei paesi della nostra provincia

Innanzitutto va detto che la provincia di Bergamo fu una delle 4 province del nord Italia in cui – sia pure di poco – prevalse la Monarchia (la Repubblica si fermò al 49,25, la Monarchia al 50,75), mentre in tutte le altre province del Nord e di buona parte del Centro (Toscana, Marche, Umbria) vinse la Repubblica, con risultati spesso a valanga non solo nelle regioni e province cosiddette rosse (Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche) ma anche nel Trentino o nel restante Triveneto, notoriamente di tradizione moderata. Nella nostra città capoluogo però arrivò prima la Repubblica (col 52,61%) confermando un quadro in base al quale la Repubblica andò meglio nelle città rispetto ai paesi delle province. Cosa che però risulta vera solo in parte.

Il comune più “repubblicano” nella bergamasca fu la roccaforte operaia di Castro (Repubblica al 79,43%), seguito da Terno d’Isola (R. 76,88%), Sovere (R. 75,32%), Canonica d’Adda (R. 73,55%), Erve ora nella provincia di Lecco (R. 73,53%), Riviera d’Adda ora Medolago e Solza(R. 73,40%), Presezzo (R. 72,45%), Credaro (R. 71,99%), Dalmine (R. 71,64%), Carvico (R. 71,08%), Pianico (R. 70,98%), Antegnate (R. 70,53%), comuni disseminati o verso il Bresciano o verso il Lecchese e la Brianza o nella pianura, con una forte presenza operaia o, allora, bracciantile sindacalizzata.

La Monarchia stravinse nettamente in montagna e nei piccoli comuni, a partire da Ardesio (Repubblica al 9,25% e Monarchia al 90,75%), Selvino (M. 90,41%), Vigolo (M. 89,15%), Gaverina Terme (M. 89,00%), Vedeseta (M. 87,14%), Bossico (M. 86,37%), Adrara San Rocco (M. 84,40%), Pognano che però è in pianura (M. 85,76%), Gromo (M. 85,70%), Piazzolo (M. 83,82%), Foppolo (M. 83,82%), Roncola (M. 82,37%), Foresto Sparso (M. 81,80%), Adrara San Martino (M. 80,87%).

Non tutta la montagna fu però monarchica, tanto che la Repubblica prevalse in paesi come Schilpario (Repubblica al 54,23%), Vilminore (R. 55,99%), Valbondione (R. 56,91%), Averara (R. 53,36%), Zogno (R. 53,59%), Gandino (52,87%), Leffe (R. 59,02%), Peia (R. 62,87%), Cene (R. 54,15%), Clusone (R. 51,86%).

L’hinterland fu favorevole generalmente alla Repubblica: Seriate (R. 60.07%), Torre Boldone (R. 55,76%), Lallio (R. 62,66%), Azzano S.P. (R. 64,32%), Rocca del Colle ora Brusaporto e Bagnatica (R. 56,72%), Scanzorosciate (R. 52,95%), Curdomo ora Mozzo e Curno (R. 51,61%), Grassobbio (R. 65,17%); Gorle (R. 52,98%)

Repubblicani i comuni di Caravaggio (R. 60,77%), Treviglio (R. 57,92%), Romano di L. (R. 64,84%); monarchici invece Albino (M. 62,245) e Martinengo (M. 63,94%)

E viceversa in pianura o nell’hinterland in diversi casi prevalse la Monarchia come a Misano G. d’A. (M. 55,08%), Lurano (M. 56,54%), Mornico al S. (M. 67,59%), Mozzanica (M. 51,72%), Orio al Serio (M. 57,91%), Ponteranica (M. 51,28%).

Venendo più vicino a noi, vediamo che in Valcavallina tende a prevalere la Monarchia come a Trescore Balneario allora unito a Zandobbio (M. 51,94%), a Borgounito ora Borgo di Terzo, Berzo San Fermo, Grone, Vigano San Martino (M. 75,42%), Casazza (M. 74,32%), Endine (M. 61,08%), Ranzanico (M. 61,01%), Gorlago (M. 69,43%), ma Entratico allora unito a Luzzana è repubblicano (R. 52,60%) e così pure Spinone allora comprendente Spinone al Lago, Monasterolo del Castello e Bianzano (R. 58,62%) nonché Costa Monticelli ora Costa di Mezzate e Montello (R. 63,93%)

Decisamente più orientati per la Repubblica invece i principali comuni verso la Valcalepio come Grumello del Monte (R. 67,63%), Chiuduno (R. 68,01%), Castelli Calepio (R. 53,93%), Sarnico (R. 59,56%).

E il nostro comune San Paolo d’Argon?

Nel dettaglio non si sa, perché abbiamo solo il dato aggregato di Cenate d’Argon, comune unico di cui facevano parte – prima di tornare a dividersi nel 1947 – Cenate Sotto, Cenate Sopra, San Paolo d’Argon. Comunque a Cenate d’Argon vinse nettamente la Monarchia con il 68,88% e solo il 31,12% alla Repubblica, quasi appunto a voler respingere il vento di rinnovamento (“Vento del nord”, diceva Nenni) che scaturiva dalla Resistenza.

San Paolo d’Argon, 10.06.2021

Cfr. Tabella dei risultati Referendum 2 Giugno1946. Comuni della provincia di Bergamo. Rielaborata sulla base dei dati riportati da https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=F&dtel=02/06/1946(apri la tabella QUI) Per comodità ho riportato le percentuali solo di Repubblica.