
L’anno scorso di questi tempi, con analoghi livelli di diffusione del Covid vigeva il blocco degli sfratti. Non più in questo gennaio 2022, mese in cui invece un numero sempre maggiore di persone e famiglie si rivolge al nostro sindacato perché hanno ricevuto l’avviso di sloggio.
Questa mattina come Unione Inquilini di Bergamo siamo stati impegnati a San Paolo d’Argon e a Fara Gera d’Adda per chiedere – alla seconda uscita dell’ufficiale giudiziario – il rinvio di due sfratti.
Nel caso di San Paolo d’Argon il Comune congiuntamente a Valcavallina Servizi, che gestisce diversi alloggi da destinare temporaneamente per l’emergenza sfratti nella zona, nei prossimi giorni metterà a disposizione della famiglia sfrattata (con due figli minori) un alloggio provvisorio.
A Fara Gera d’Adda è invece dovuta intervenire la parrocchia che si è dichiarata disponibile ad alloggiare la famiglia sfrattata per almeno 6 mesi. Malgrado le soluzioni alternative fossero in ogni caso state predisposte, grazie anche alle sollecitazioni di Unioni Inquilini, non sono mancati momenti di tensione – poi rientrata – in particolare a Fara Gera d’Adda, quando la proprietà stamattina pretendeva l’esecuzione immediata dello sloggio e l’ufficiale giudiziario ha chiamato le forze dell’ordine. Non si possono affrontare le contraddizioni sociali con l’uso della forza pubblica, noi ci opporremo.
Sia a San Paolo d’Argon sia a Fara Gera d’Adda è stato possibile ottenere un rinvio temporaneo degli sloggi di due settimane circa; ciò consentirà alle famiglie coinvolte un cambio alloggio meno convulso. Speriamo di potere farli passare da una casa a una casa e non sui marciapiedi. D’altro canto anche se le due vicende si sono concluse in modo positivo, è però evidente che le risorse abitative che i comuni possono mettere a disposizione per l’emergenza sfratti conseguente allo sblocco deciso da governo e parlamento, sono in via di esaurimento o, come nel caso di Fara d’Adda, esaurite.
Lo stesso PNRR – come si evince dalla stampa – mette a disposizione anche in bergamasca fondi non per ampliare il patrimonio pubblico, ma solo per l’adeguamento di una parte di quello esistente, che – come noto – è costituito per lo più di edifici invecchiati – da decenni non si fanno praticamente più case popolari – con alloggi in cattiva manutenzione, spesso perfino lasciati sfitti o al degrado.
Unione Inquilini chiede, di fronte alla pandemia che non accenna a placarsi – si sospenda l’esecuzione degli sfratti; sollecita i comuni della bergamasca ad attivarsi sia per rispondere a questa nuova emergenza sfratti reperendo – attraverso il riuso del patrimonio pubblico e anche privato inutilizzato – nuovi alloggi a canone sociale e a predisporre gli strumenti quali i piani di Zona nella prospettiva del rilancio dell’edilizia residenziale pubblica di cui l’Italia e anche i nostri paesi hanno sempre più bisogno. (Unione Inquilini Bergamo, 28.01.22)
Nessuna famiglia senza casa, nessuna casa senza famiglia.
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