
UNA CONFEDERAZIONE PER IL DIRITTO ALLA CASA E ALL’ABITARE: Proposta di documento politico
PARTE PRIMA: LA PROPOSTA POLITICA
- Il cuore della proposta: “Una confederazione per il diritto alla casa”
Serve una proposta strategica per rispondere a questa cruciale domanda: quale fronte di alleanze, innanzitutto sociali, è oggi necessaria per tentare di scalare il picco impervio dell’efficacia della propria azione?
E’ chiaro, almeno a noi dell’Unione Inquilini, che le nostre forze, da sole, sono del tutto inadeguate.
Occorre pertanto avere un progetto di alleanze, anzi molto più di questo: occorre costruire una coalizione sociale di forze vaste e articolate che si unificano intorno al progetto di un nuovo intervento pubblico nel settore delle politiche abitative nella direzione dell’incremento degli alloggi di edilizia residenziale pubblica a canone sociale e in quello della calmierazione dei canoni privati.
La nostra è, quindi, una proposta unitaria ma in termini del tutto nuovi.
Accezione tradizionale del termine unità: “unità sindacale come patto d’azione comune tra organizzazioni omogenee nella ragione sociale e che si pongono tendenzialmente come monopoliste nell’ambito della rappresentanza”.
Una nuova accezione: unità come “campo largo”, “spazio pubblico comune”, costruzione di una “coalizione per il diritto alla casa” in cui associazioni nazionali e comitati locali, sindacati confederali e di base e organizzazioni sindacali dell’inquilinato, movimenti metropolitani e associazioni del volontariato, mondi della cultura e centri di ricerca e forze politiche ispirati alla costruzione di una alternativa al neoliberismo, esperienze avanzate di governi delle autonomie e degli enti gestori dell’ERP, si possano riconoscere dentro una cornice comune.
L’unità di cui parliamo, quindi, è un processo diverso da quello della costruzione di percorsi unitari a livello sindacale e/o con i movimenti per il diritto all’abitare. La comprende ma si pone l’esigenza di andare oltre e di rompere con l’idea che ci sia chi ha il monopolio della rappresentanza.
Non pensiamo alla “riduzione ad uno” o alla riproposizione di sterili egemonie.
Ognuno deve mantenere la propria specificità, il proprio linguaggio, le proprie forme di comunicazione e di lotta. Tutti assieme, pero, ci si può connettere dentro una rete e una piattaforma condivise.
D’altra parte, sperimentiamo che, se si partisse dai contenuti che si condividono, ciò sarebbe già adesso praticabile. Abbiamo sperimentato, nella costruzione di relazioni orizzontali di scambio e collaborazione che esistono mondi della ricerca, dei movimenti per l’abitare dell’associazionismo e del volontariato che, nella loro elaborazione e esperienza specifiche, incrociano il tema della casa ed elaborano proposte che sono assai simili alle nostre.
Abbiamo sperimentato, anche nelle lotte, per esempio, nella costruzione delle giornate “sfratti zero” la possibilità concreta di questi percorsi.
E’ solo uscendo ognuno dai propri confini e dal proprio “orto” che si può tentare di superare le reciproche parzialità e conquistare quel livello di incidenza utile a porre realmente e concretamente il tema di una svolta possibile sul tema del diritto alla casa e all’abitare. In alcune realtà, vedi Livorno, questo è già un fatto concreto.
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