Sono
trascorsi quasi due anni dalla sigla dell'Accordo di Programma tra
Enti locali e Chiesa di Bergamo per il restauro dell'ex-monastero
di San Paolo d'Argon, operazione che ha permesso alla Curia di acquisirne
una pressoché piena disponibilità insieme a importanti
finanziamenti pubblici.
L'esito che si prefigura appare principalmente quello di una cospicua
valorizzazione fondiaria.
Ci sarà un non ben precisato “centro integrato
polivalente di servizi culturali” sui temi delle “migrazioni”,
ma circa i 2/3 dell'ex-monastero verranno utilizzati per fare un
ristorante (“ristorazione”) e un albergo (“foresteria”).
(1)
Nelle
immediate pertinenze ancora inedificate dello storico edificio sono
poi previste notevoli cementificazioni, come i parcheggi, il nuovo
oratorio e, più in là nel tempo, un grande centro
convegni.
I
lavori, secondo l'Accordo del 15 dicembre 2006, sarebbero dovuti
iniziare nel maggio 2007, e per la verità già dal
giugno dello stesso anno è in vigore la Dia, ma a tutt'oggi
i lavori sul campo non risultano essere andati oltre le prospezioni
e la posa di alcune transenne, che dallo scorso autunno fanno non
proprio bella mostra di sé nei pressi dell'entrata del cosiddetto
"cantinone". (2)
Di
pari passo, in questo caso rispettando invece rigorosamente la tempistica,
è stato definito il progetto per la realizzazione del nuovo
oratorio nel campo di calcio parrocchiale di via dei Benedettini,
mentre l'inizio dei lavori è stato annunciato per il prossimo
settembre (2008). (3)
Delle
due operazioni, "restauro" e "nuovo oratorio",
strettamente intrecciate e destinate a modificare radicalmente il
rapporto tra il paese di San Paolo d'Argon e il suo storico ex-monastero,
cerchiamo nei link collegati a questa pagina di dare documentazione,
in modo - programmaticamente - non scevro da ben precisi giudizi
e considerazioni di parte, ma con la doverosa ambizione di voler
essere utili anche a chi non la pensa come noi.
In
quella che abbiamo chiamato Cronologia,
raccogliamo documenti ufficiali, rassegna stampa, materiali attinenti,
contributi e prese di posizione, nostre ed altrui, a partire dall'anno
2004, da quando cioè ha avuto inizio l'iter sfociato nell'Accordo
di Programma del 2006.
Le
Schede storiche riguardano
l'imprescindibile informazione sulla storia del nostro ex-monastero,
ma ce la siamo semplicemente cavata con i collegamenti al sito di
una meritoria istituzione che il lavoro l'ha già bell'e fatto
e messo a disposizione nel
web.
In
Fotografie c'è
invece quasi esclusivamente la nostra molto poco professionale produzione
con la quale cerchiamo di documentare lo stato dell'ex-monastero,
le sue pertinenze e il suo contesto, prendendo come guida il "cabreo"
settecentesco disegnato dall’agrimensore Bernardino Sarzetti
nel 1729, riscoperto e pubblicato parzialmente una decina d'anni
or sono (vedi l’immagine scannerizzata e riprodotta qua sopra).
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Oltre
ai Documenti,
sezione in stato puramente embrionale con alcuni esempi raccolti
qua e là fra le fonti edite e certo disordinatamente accostati,
abbiamo approntato la Bibliografia,
ancora lacunosa, nella quale sono stati inseriti i pdf completi
di alcuni fra i testi più difficilmente reperibili.
Abbiamo
infine posto, in appendice, le pagine (ancora in costruzione) dedicate
ai recenti casi edilizi e urbanistici che hanno coinvolto alcuni
dei numerosi edifici e cascine di San Paolo d'Argon o dei paesi
vicini, alcuni dei quali facevano parte dell'ex-monastero e che,
insieme ai loro contesti sono stati variamente conservati, stravolti
o distrutti (cfr. qui).
Siamo
ben consapevoli che per dare unità e leggibilità a
tutto quanto fin qui raggruppato occorrerebbe migliorare, selezionare
o arricchire le varie sezioni, prevedendone anche delle altre, per
rendere più completa l'informazione.
Su
come si possa fare nel modo più efficace e utile non abbiamo
ancora né le idee del tutto chiare né tempo e risorse
a disposizione (e nemmeno particolari competenze, per dir le cose
correttamente).
Siamo
comunque impegnati a continuare, come sempre, in economia e artigianalmente,
un po' alla volta.
Ci
resta solo una rapida postilla su Napoleone Bonaparte, perché
indubbiamente la collocazione qua sotto del David richiede una spiegazione.
Fu
infatti il grande corso ad autorizzare nel 1797 la Municipalità
di Bergamo a sopprimere il monastero fondato nel 1079, onde utilizzarne
le rendite delle vaste proprietà terriere per il sostentamento
non più dei monaci ma dei 400 malati dell’Ospedale
di Bergamo e dei 700 orfanelli in affido alle famiglie nella nostra
provincia.
Nei
tempi attuali, in cui il gelido vento della sussidiarietà
soffia furioso e la privatizzazione dei beni sociali viene ampiamente
incentivata, quanto autorizzato da Bonaparte ci appare come operazione
di grande civiltà e significato, anche se risultò
poi – nella concretezza delle vicende e dei processi storici
- non priva di contraddizioni e di meno nobili ricadute.
Per
altri invece l’espropriazione napoleonica fu soltanto un efferato
atto sacrilego che richiede ancora oggi e richiederà anche
in futuro risarcimenti a spese del pubblico erario e delle prerogative
della Repubblica laica e democratica, con molto minore attenzione
tuttavia alla salvaguardia dello straordinario bene culturale, del
suo contesto e del suo rapporto con il territorio e i suoi abitanti.
San
Paolo d'Argon, 27 agosto 2008
L'Alternativa
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