San Paolo d'Argon

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I RUDERI DEL TOMENONE *

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Già il toponimo “Tomenone” è interessante; si riferisce a un termine alto medievale "tonimen".

Il termine, prettamente militare, significa più o meno “spalto di terra con fosso e palizzata” e restò in uso in Italia all’incirca tra il X e il XII secolo per poi essere sostituito in bergamasca da termini come Terraglio, Pallata o Steccata.

E’ ben documentato in area bergamasca e in zona; un documento ricorda il tonimen del castello di Solto.

A Grumello al Monte una via presso il castello si chiama ancora oggi via della Tomella, e non dimentichiamo che nelle prime donazioni dei conti Ghisalbertini al monastero di San Paolo d’Argon viene ceduto, tra gli altri beni, un luogo sulla collina d’Argon in cui si trovavano i resti di una palizzata.(cfr. qui)

L’accrescitivo Tomenone indica chiaramente che si doveva trattare, per l’epoca, di una struttura fortificata particolarmente estesa.

Successivamente (fine XII o inizio XIII secolo), come si vede dalle rovine esistenti, le strutture deperibili che avevano dato la denominazione al sito, furono sostituite da strutture in pietra.

Si notano tracce del recinto, di alcuni vani, di una cisterna e di una torre.

I reperti archeologici rinvenuti nei saggi svolti dalla soprintendenza indicano che l’abitato fu abbandonato nel XIV secolo; in effetti pare che la cronaca del Castello Castelli (seconda metà del XIV secolo) accenni ancora alla sua esistenza.

Le ricerche di superficie nei pressi dell’area del Tomenone hanno individuato cocci preistorici, oggi esposti al museo archeologico di Bergamo (databili al neolitico tardo fine V e inizio IV millenio a.C.).

Ma solo i reperti archeologici rinvenuti al di sotto degli strati medioevali hanno dato la certezza dell’esistenza di un vasto insediamento accentrato che ebbe, probabilmente, inizio nei primi secoli del II millennio a.C., cioè nel Bronzo antico e perdurò nel Bronzo medio e tardo e poi senza soluzioni di continuità fino al V secolo a.C.

La ceramica più tarda, pertinente già all’età del ferro, è pienamente di tipo golasecchiano, cioè appartenente alla stessa civiltà caratterizzante il centro protostorico di Bergamo.

L’invasione dei Celti tansalpini (Galli) nel IV secolo a.C. determino la fine del commercio tra Mediterraneo e centro Europa che aveva fatto le fortune dei centri golasecchiani d’altura come quello del Tomenone ben collocati per controllare le essenziali vie di commercio pedemontane e la discesa degli abitanti in nuovi stanziamenti pedecollinari più prossimi alle aree coltivabili divenute ormai unica risorsa delle comunità. Una tendenza questa che la successiva romanizzazione confermò.

Sarà solo nell’epoca tardo antica e nell’alto medioevo che alla ricerca di sicurezza gli abitanti degli stanziamenti pedecollinari si rinsediarono sulle alture, costituendo piccoli villaggi che spesso nel IX-X secolo furono incastellati, seppur frequentemente con strutture precarie, per rafforzane le valenze difensive o per salvaguardarne, o usurparne, la proprietà.

E’ in questo periodo che risorse anche il sito del Tomenone, un abitato però che era privo di sufficienti risorse naturali (infatti come abbiamo già detto era dotato di una monumentale cisterna), e che subì poi i devastanti effetti della crisi economico, sociale e militare del XIV secolo tanto che alla fine di quel secolo era stato definitivamente abbandonato a vantaggio dei numerosi siti ai piedi della collina, similmente a quanto accaduto in epoca gallo-romana.

Infatti il suo territorio fu smembrato tra i comuni di Albano, Costa Mezzate, Montello e Bagnatica.

 

(a cura di francesco macario)



 

 

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