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1.
Si trova, o meglio, si trovava a nord-ovest dell'ex Monastero
benedettino, a quota 266
Toponimi:
Cabreo
1729: Casa del Fontanile; catasto 1812: Cassina
Fontanino; IGM 1888: C.na Fontanino; catasto
1903: Casc. Fontanino; IGM 1955: C.na Fontanile;
aerofotogrammetrico 1995: C.na Fontanino; PRG
1996: C.na Fontanino. (1)
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1982
.jpg) |
2.
Origine del toponimo. "Vi era una fonte quasi
ai piedi di Argon, non lontana dal Monastero, che dava
il nome ad un campo, detto della fontana." L'abate
Benedetto Marino, nei primi anni del XVI secolo, "con
840 tubi in pietra appositamente preparati, ne derivò
le acque fin dentro il cenobio, ove venivano raccolte
in una grande cisterna". (2)
Foto
1990-91 (3)
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3.
Nel cabreo del 1729 la cascina è rappresentata (foglio
13) "con lo stesso numero di piani, il portico
e il loggiato a tre campate, senza la porzione ad ovest
e con un corpo basso costruito in
aderenza il prospetto est oggi non presente, con denominazione
Casa del Fontanile".
(4)
Foto
1992 |
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4.
Nel catasto 1903: "la cascina è presente
con lo stesso impianto planimetrico di oggi".
In sostanza, la cascina "ha conservato le caratteristiche
tipologiche originarie, non presenta trasformazioni subite
di recente". (5)
Foto
1995-96
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5.
La cascina è stata abitata da famiglie contadine
che lavoravano - a mezzadria o affitto - i terreni del podere
circostante e anche quelli posti ad est di via del Convento
("Prato di mattina", secondo un toponimo
non più usato da molto tempo) prima della loro urbanizzazione.
Dagli inizi degli anni Ottanta la cascina non è più
abitata.
Foto
1997 |

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mm
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6. Ha così cominciato la sua decadenza;
il vigneto è diventato un prato sommariamente e
saltuariamente coltivato; l'edificio per qualche tempo
- anni Novanta - è stato sporadicamente rifugio
notturno di emarginati e immigrati irregolari.
Foto
1997
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7.
I pubblici poteri, cioè l'Amministrazione comunale
di San Paolo d'Argon, se ne interessarono per la prima
volta agli inizi del millennio, inserendo specifiche norme
di salvaguardia nel Piano Regolatore.
Foto
gennaio 2006
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8.
Venne così previsto per la cascina il "grado
III" di intervento, cioè "il
mantenimento dell'involucro esterno anche con modifica
delle aperture", in particolare si prescriveva
di conservare "porticato e loggiato",
consentendo un "ampliamento sul fronte nord (in
posizione mediana rispetto al prospetto) per ospitare
locale ascensore e scala: sup. max coperta 25 mq e con
altezza del punto più alto dell’estradosso
non superiore al colmo esistente"
Foto
giugno 2006 e giugno 2007
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9.
Per l'altro edificio, quello più piccolo e più
recente (XX secolo), cioè la stalla vicina, era
previsto il "IV grado" di intervento
("trasformazione degli edifici nel rispetto della
coerenza con il contesto mediante ristrutturazione degli
edifici esistenti e/o demolizione e ricostruzione totale
o parziale"); si ammetteva però "l’ampliamento
contenuto in una superficie coperta massima di 25 mq ed
un’altezza massima pari all’esistente".
Foto
giugno 2007
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2007
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10.
Nel 2005, tutti i terreni della cascina vennero inseriti
nella zona del Parco Locale di Interesse Sovraccomunale
(Plis). Ciò avvenne in seguito dell'iniziativa
popolare - sostenuta anche da noi - che chiedeva la destinazione
a Parco di tutte le aree agricole collinari. Ma nel frattempo
la decadenza proseguiva inesorabile.
Foto
luglio 2007
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12.
Qualcuno poi, acquistata la cascina, presentò il
suo progetto per realizzarvi un "agri-turismo"
(10 camere da letto) e nel luglio del 2007 diede inizio
ai lavori, abbattendo per primo l'edificio piccolo. Sarebbe
poi stato di ricostruito, con gli ampliamenti consentiti,
per ricavarne la cucina (dell'agri-turismo) e un appartamento
al piano superiore.
Foto
luglio 2007
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13.
Dell'edificio principale era prevista la conservazione
delle mura esterne e anche di parti di quelle interne;
la sala da pranzo e i parcheggi sarebbero stati ricavati
mediante escavazioni a nord e al di sotto della vecchia
cascina. "Non ci risulta - scrivevamo allora
- che scavare sotto un edificio storico porti bene
alla stabilità delle antiche strutture murarie".
Pure c'erano tutte le rassicurazioni che la cascina
sarebbe stata salvata e ripristinata a regola d'arte.
Foto
luglio 2007
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14.
Mentre i lavori sull'edificio secondario proseguivano
speditamente a partire dal luglio 2007, nulla veniva mai
intrapreso per quello principale, che doveva essere recuperato.
"Si aspetta che cada del tutto?" -
ci chiedevamo noi, e sicuramente anche molti altri si
ponevano la stessa domanda. Infatti dopo mesi e mesi,
nella seduta della commissione urbanistica comunale del
13 marzo 2008, ci venne comunicato che la Cascina Fontanino
sarebbe stata completamente abbattuta, tranne qualche
(ungarettiano) brandello di muro. Lo storico edificio
era impossibile da salvare, ci venne detto. E così
avvenne
Foto
febbraio 2008
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16.
Aggiustate le carte (un profluvio), i lavori ripresero
poi regolarmente, con abbattimento, escavazioni e cementificazioni
(un profluvio molto più consistente). Si ebbe però
cura di salvaguardare un resto del muro ovest, con il
nobile intento di conservare la memoria dell'antico edificio
che più non poteva reggere.
Foto
luglio agosto 2008
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17.
Foto
luglio agosto 2008
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18.
Ma la storia non finisce al numero 17 e necessita di un
ulteriore appunto. Infatti, giusto quest'oggi, nel dì
del meritato riposo del Primo maggio 2009, abbiamo scoperto
che anche il brandello (ungarettiano) di muro sopravvissuto
non c'è più ed è stato sostituito
con un moderno manufatto. Ora non resta che attendere
la riedificazione della Cascina Fontanino, della quale
non rimane più nulla. Sarà certamente più
funzionale e più bella, e anche più antica.
(1° maggio 2009)
Foto
4 giugno 2008 / Foto 1 maggio 2009
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Appendice
A
Cascina
Fontanino sarà più funzionale e più
bella e più antica, e certamente anche
più grande!
Foto
26 luglio 2009
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Appendice
B
Nella
primavera del 2012 nella Cascina Fontanino veniva finalmente
aperto, non l'agriturismo dichiarato in Comune dall’avvio
della procedura di recupero, ma - secondo quanto scritto
in un articolo pubblicitario - “un locale elegante
e raffinato, ideale anche per festeggiare ricorrenze ed
eventi, dove suggestioni barocche e neoclassiche convivono
in armonia con il moderno”.
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Il
nuovo locale si chiamava “Florian Maison",
dal nome della nota industria pasticcera, e vi si poteva
pasteggiare anche con meno di 120 euro a testa. Prima
della fine dell'estate (sempre 2012) però aveva
già chiuso i battenti. Nella primavera del 2013
tutto il complesso è stato messo in vendita per
cinque milioni di euro. A tutt'oggi l'edificio appare
disabitato. (6)
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Note
Le riproduzioni del Cabreo 1729 sono tratte dal
Calendario 1998 della Amministrazione comunale
di San Paolo d'Argon, contenente alcune tavole della Pianta
de stabili del Rev.mo Monasterio di S. Paolo D'Argon Anno
Domini MDCCXXIX (a cura di Mario Francesco Rota)
(1)
"Inventario degli immobili e dei siti costituenti
beni culturali o ambientali" (gennaio 2001),
allegato alle specifiche deliberazioni consiliari dello
stesso anno e redatto a cura di Marco Tomasi e Paola Morganti
(2)
Mario Sigismondi, San Paolo d'Argon e il suo Monastero,
1979, p. 87
(3)
Foto da "L'Abbazia benedettina di San Paolo
d'Argon", testi di Mario Sigismondi, fotografie
di Gianni Colleoni, Flash Edizioni Bergamo 1992
(4)
"Inventario degli immobili etc.", cit.
(5)
"Inventario degli immobili etc.", cit.
(6)
Sulla brevissima ("fulminea") esperienza
di Florian Maison e seguenti, cfr. alternainsieme.net
20.03.12
, 30.09.12
e 15.04.13
Ultima
modifica: 24.03.14
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