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Bicentenario della nascita di Giuseppe GARIBALDI

Trescore Balneario

 

C'era una volta la Calvarola

Ora c'è uno scempio: della memoria e del paesaggio

 

 

 

 

Garibaldi a Trescore

Nel 1862 Garibaldi soggiornò a Trescore Balneario, a curarsi "una vecchia artrite" con le acque termali, come ricordano ancora puntigliosamente i depliant pubblicitari della società che gestisce con molto profitto le nostre terme.

In realtà l'Eroe dei Due Mondi aveva anche altri motivi e impegni per fermarsi dalle nostre parti.

Infatti, proprio da Trescore quasi certamente egli diresse tutta l'operazione che poi sarebbe passata alla storia come i "fatti di Sarnico".

Le intenzioni di Garibaldi in quell'occasione erano quelle di completare l'unificazione italiana, invadendo con i sui volontari il Trentino per avviarne l'insurrezione, in collegamento con una più generale sollevazione di ungheresi, boemi, slavi contro l'impero absburgico.

Un piano audace, quasi certamente concordato con Mazzini.

Altro che artrite. Per questo progetto Garibaldi nel maggio del 1862 era venuto a Trescore, un paese da dove provenivano i due garibaldini Cesare Comi e Giacomo Poma che avevano partecipato all'impresa dei Mille.

L'arruolamento dei vecchi e dei nuovi volontari per questa ulteriore impresa procedeva molto bene, ma al governo tutto questo non piacque affatto.

Quando il primo ministro Rattazzi (di centro-sinistra o meglio "centro-sinistro", come allora dicevano garibaldini e mazziniani) ne fu sicuro, fece intervenire prontamente l'esercito monarchico, che andò per le spicce sequestrando tutte le armi e munizioni e arrestando - tra Sarnico, Palazzolo e Trescore - ben 123 garibaldini, tra cui il colonnello Francesco Nullo e altri ex dei "Mille.

Peggio ancora fece l'esercito poco dopo, il 16 maggio, a Brescia, dove erano stati tradotti i volontari arrestati.

In quella città i repubblicani e i cittadini diedero vita ad una grande manifestazione popolare, che si recò a protestare sotto le carceri per chiedere a gran voce la liberazione dei detenuti.

L'esercito, non riuscendo a scioglierla, fece fuoco, uccidendo quattro persone e ferendone sei.

Possiamo ben dire che, a poco più di un anno dalla sua nascita, il nuovo stato italiano aveva già provveduto ad inaugurare una lunga e ingloriosa tradizione, che purtroppo sarebbe arrivata fino a Carlo Giuliani.

Garibaldi si arrabbiò moltissimo, ma dovette ritirarsi nella sua Caprera, senza però darsi per vinto, tanto che qualche mese dopo ci avrebbe riprovato, seppure con l'obiettivo diverso di liberare Roma ancora sotto il potere del Papa.

Fu quando l'esercito monarchico lo fermò all'Aspromonte senza esitare - anche in quella occasione - ad aprire il fuoco sui garibaldini, a ferire lo stesso Garibaldi e a fucilare sommariamente (assassinare) quattro dei suoi ragazzi.

Se i fatti di Aspromonte hanno un po' oscurato quelli locali di qualche mese prima, possiamo tuttavia ben dire che Trescore ha avuto un certo significato nella straordinaria biografia di Garibaldi, e di ciò fino a qualche decennio fa si manifestava un qualche orgoglio tra la cittadinanza meglio informata.

A documentare il soggiorno di Garibaldi a Trescore, c'è lo splendido quadro di Cesare Maironi da Ponte che lo ritrae in mezzo ai suoi alla fonte della Calvarola (lo abbiamo riprodotto in cima a questa pagina).

Il quadro si trova ancora nella sala consiliare di Trescore e avrebbe bisogno di un buon restauro.

 

Ma dov'è la Calvarola?

Per chi giunge da Bergamo, appena superata Trescore, quando la statale prende a scendere alla curva successiva alla caserma dei carabinieri, la Calvarola si trova dall'altra parte della valle, oltre il Cherio e oltre la zona industriale, dove imperversano capannoni con granulati, marmi, frantoi e... polvere.

Negli anni sessanta, accanto alla sorgente - davvero tale e quale a come è rappresentata nel quadro - c'era un caseggiato che fungeva da osteria: vino, gazzosa, uova sode e sardelle, qualche volta una fisarmonica con gente che ballava (cosa a quei tempi ancora abbastanza peccaminosa e censurata!).

Un posto splendido, specialmente in primavera ed estate, molto gradito in particolare ai ceti popolari.

Vi si accedeva superato il sottopasso a galleria sopra il quale scorrevamo le acque del canale, una derivazione del Cherio, che 700 o 800 metri oltre alimentava una piccola centrale idroelettrica.

Oltre il cortile, c'erano grandi piante ombrose, i tavolini dell'osteria, le rocce con la sorgente e l'acqua che fuoriusciva ruscellando in basso come nel quadro.

E c'era la lapide a ricordare che lì c'era stato Garibaldi.

Accanto c'era putroppo una cava, minacciosa e rumorosa, e un frantoio altrettanto rumoroso (non però a fine settimana o passata una certa ora), ma il posto era splendido.

L'osteria non resistette a lungo, e anche il caseggiato dopo un po' divenne disabitato.

Qui alla Calvarola, tuttavia, agli inizi degli anni '80, riuscimmo in due o tre occasioni a farci alcune delle nostre feste, con rock, vino e panini, e qualche centinaio di ragazze e ragazzi.

Quello che si guadagnava, comprese le sottoscrizioni, lo facevamo avere ai nostri amici che erano andati come volontari nei progetti di solidarietà in Nicaragua (allora sotto il tiro dei "contras" finanziati da Reagan) o in Salvador (insanguinato dagli squadroni della morte dei proprietari terrieri che non avevano esitato nemmeno ad assassinare l'arcivescovo Romero).

L'effigie di Garibaldi ci osservava e noi ne eravamo un tantino orgogliosi, convinti della sua approvazione per quello che facevamo, pur sapendo che, ci fosse stato lui, ben altre iniziative avrebbe promosso per sostenere il Frente Sandinista nicaraguense o il salvadoregno Frente Farabundo Martì, entrambi in lotta contro oppressori spietati e assassini sostenuti dal Governo Usa.

La lapide sulla fonte della Calvarola vi era stata posta nel 1953 dalla Associazione del Mutuo Soccorso, perché - durante i giorni passati a Trescore nel 1862 - Garibaldi ne aveva accettato la presidenza che i soci fondatori gli avevano solennemente offerto.

Conoscevamo molto bene il Mutuo Soccorso perché nella sua sala di Via Zambonate 33 a Bergamo, si erano svolte le più importanti assemblee del movimento degli anni '70. E mai il Mutuo Soccorso quella sala ce l'aveva negata!

La storia del movimento operaio, l'internazionalismo e il Risorgimento che si incontrano, e questo era visibile proprio lì alla Calvarola!

Nel 1980, quando per la prima volta ci presentammo alle elezioni comunali a Trescore, accanto alla falce e martello del piccolo Partito di Unità Proletaria, mettemmo la riproduzione del quadro del pittore Maironi con Garibaldi alla Calvarola.

Ci piaceva quel quadro: l'Eroe che ascolta attentamente insieme agli altri colui che sta parlando; una rappresentazione bella e suggestiva dell'idea e della pratica della democrazia.

Proprio negli stessi anni Bettino Craxi riscopriva ben altrimenti Garibaldi e il Risorgimento, per contrapporli alla storia e alla tradizione successiva del movimento operaio e del movimento comunista, aprendo la stagione dei revisionismi, compresi quelli che farebbero inorridire lo stesso Craxi.

Ma la Calvarola ci aveva colpito, e pure continuava a piacerci Garibaldi, come d'altro canto era piaciuto ai nostri padri nella Resistenza (le brigate comuniste erano a lui intitolate) e come era piaciuto ai socialisti e ai comunisti che ne avevano fatto il loro simbolo unitario nelle sfortunatissime elezioni del 1948.

Ancora negli anni ottanta, alcuni nostri compagni si dettero da fare con qualche determinazione con un progetto che per alcuni mesi davvero era sembrato andare in porto.

Volevano affittare il cascinale, risistemarlo, abitarlo e riaprici l'osteria, anzi farci un centro sociale.

Si dettero da fare con passione e convinzione: e la Calvarola venne davvero ripulita e rassettata, ma poi la proprietà maturò altri progetti e non se ne fece più nulla.

 

La Calvarola oggi

Ci siamo stati domenica scorsa, dopo tanto tempo. Quello che si vede è semplicemente sconcertante.

Il vecchio edificio è stato abbattuto, non ce n'è più traccia.

Dalla galleria sotto il canale, ormai fuori uso, non si va più da nessuna parte.

Infatti, oltre, il cortile e lo spazio alberato davanti alla fonte, sono stati colmati con materiale da riporto.

Al loro posto c'è una ripiena di tre o quattro metri di altezza, con la superficie disseminata disordinatamente di ferraglia, macchinari, materiali svariati.

La fonte con lo rocce fedelmente rappresentate nel quadro non c'è più, sepolta almeno per metà. Praticamente non c'è più niente, e tanto meno la lapide della Associazione del Mutuo Soccorso.

Le foto qua accanto documentano sommariamente lo stato del sito.

 

Conclusione

Garibaldi è stato utilizzato, abbastanza e a lungo, per pubblicizzare Trescore e le sue terme; ben si meritava che nel Bicentario della Nascita Trescore lo ricordasse in modo degno, come si è fatto da altre parti.(1)

Certo non ci aspettiamo proprio nulla dall'Amministrazione comunale che guida Trescore oggi e che Garibaldi avrebbe definito con disprezzo austriacante e papalina.

Come è noto, la storia non sempre va avanti.

E' da altri, nella nostra vicina Trescore, che ci aspetteremmo un soprassalto di memoria, e cogliamo questa occasione per sollecitarlo.

Ma come non farlo partire dalla presa di coscienza dello scempio di memoria, ma anche ambientale e paesaggistico, che si è consumato alla Calvarola già da quando la Lega non amministrava ancora il comune di Trescore?

San Paolo d'Argon, 17.07.07

(1) In occasione del 2 giugno a Trescore - cfr. il sito della Pro-Loco (qui) - ne è stato ricordato l'anniversario della morte (2 giugno 1882).

 

clicca per ingrandire

 

Il quadro di C. Maironi con Garibaldi e i suoi alla fonte della Calvarola - Trescore. Il quadro si trova nella sala consiliare del comune.

 

La lettera autografa con cui Garibaldi da Trescore accetta la presidenza della Associazione Generale del Mutuo Soccorso di Bergamo - 7 maggio 1862

Di Garibaldi a Trescore ci rimane anche una breve lettera inviata, dalla nostra cittadina termale, a Speranza von Schwartz il 12 maggio 1862: qui

 

La lapide commemorativa della Società del Mutuo Soccorso

 

La cerimonia della posa della lapide - 27 settembre 1953

 

Da qui, sotto il canale, si entrava alla Calvarola.

 

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15.07.07 4. Il canale

 

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Le immagini in bianco e nero sono state riprodotte dal volume: "Associazione Generale del Mutuo Soccorso Bergamo, ...una lunga storia, 1862-2006", Sestante Edizioni, Bergamo 2006.

Bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi, il sito ufficiale: qui

Bibliografia.

Mario Sigismondi, Trescore nel Risorgimento, Comune di Trescore Balneario 2000

Mario Sigismondi, Garibaldi ai Bagni di Trescore. 1862-2012. Dal soggiorno presso le Terme ai Fatti di Sarnico tra personaggi e vicende del Risorgimemto Italiano, Amm. Comunale di Trescore Balneario, Bolis edizioni, 2012. Sulla Calvarola, cfr. in particolare pp. 212-227

Mostra.

Maggio 1862. Garibaldi a Trescore, marzo 2011, a cura Alternainsieme.net: qui


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