Ultima modifica:10.10.07

 

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San Paolo d'Argon ARCHIVIO FOTOGRAFICO

Enclosures

 

 

 

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Le fotografie sono state scattate - in modo poco professionale e per nulla sistematico - nelle zone collinari e pedecollinari di San Paolo d'Argon, in quei territori che il Piano Regolatore definisce come "Aree di salvaguardia ambientale della collina" (Zona agricola E 2).

Secondo il Piano Regolatore in queste aree

"Le recinzioni sono vietate tranne quelle giustificate da obiettive esigenze di tutela di attività economiche produttive e/o di pertinenza di edifici abitativi.
In tal senso è da escludersi la recinzione generalizzata di proprietà private e di fondi.
Sono pertanto da escludere le recinzioni di boschi e di terreni a coltivazione estensiva."

In ogni caso

"La realizzazione di recinzioni è subordinata all’approvazione da parte della Commissione edilizia di un progetto che definisca l’andamento della recinzione in relazione alle caratteristiche morfologiche e paesaggistiche dei luoghi, al reticolo della viabilità pubblica e privata, al reticolo idraulico superficiale, alle eventuali recinzioni preesistenti ed alle eventuali preesistenza arboree ed arbustive con cui si relaziona."

Non è certamente il nostro compito quello di segnalare quanto appaia di legittimo o di illegittimo in questa o quella recinzione.

Ciò che vogliamo sottolineare è che la loro estensione nelle aree agricole di San Paolo d'Argon è diventata davvero imponente.

Ne risulta una evidente lesione ai valori paesaggistici; la fruizione degli spazi naturali e anche l'accesso agli usi civici sono impediti o resi difficoltosi; gravi i danni al patrimonio faunistico (come fanno a muoversi gli animali selvatici?).

Vi sono indubbiamente recinzioni giustificate e opportune; alcune, veramente poche, sono state realizzate con qualche attenzione, bene si inseriscono nel paesaggio, non impediscono alle persone di transitare, oppure non ostacolano troppo i movimenti degli animali nel loro indispensabile habitat.

La stragrande maggioranza dei manufatti non ha però queste caratteristiche.

Ci sono recinzioni in zone boschive

Ci sono recinzioni attorno a fondi coltivati in modo estensivo e molto sommario.

Perfino terreni da lungo tempo incolti sono diligentemente recintati.

Nei manufatti abbondano ferro, reticolato, cemento, addirittura cancellate e inferriate monumentali, in aperta campagna e in zona collinare!

D'altro canto abbiamo notato che alcuni dei fondi meglio coltivati, quelli - per usare la terminologia specifica - con "alta intensità di investimenti", dai loro proprietari sono lasciati volutamente del tutto privi di recinzione, malgrado sia ammessa dalla normativa.

Queste lodevoli eccezioni confermano che la diffusione delle recinzioni sulla nostra collina ha un significato eminentemente ideologico.

Quali vantaggi pratici possono mai derivare dallo spendere denaro ed energie per cintare un bosco o un pezzo di terra destinato a rimanere incolto?

Ma proprio le idiosincrasie ideologiche sono quelle più potenti.

Quale amministrazione comunale vorrà mai farsi nemico il popolo delle "enclosures" per difendere valori così evanescenti come quelli che attengono la difesa del paesaggio, la salvaguardia degli usi civici o addirittura i diritti dei "non umani", cioè gli animali?

Su questa tematica, la carta d'intenti del neocostituito "Plis (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) delle Valli d'Argon" contiene - non a caso - solo un passaggio tanto fugace quanto ambiguo: "uniformare gli interventi edilizi comuni sul territorio quali ad esempio recinzioni, interventi sull’alveo dei corsi d’acqua etc.".

"Uniformare", senza però indicare un modello o parametro di riferimento.

E' veramente poco, e - si badi bene - ciò riguarda solo le zone agricole incluse nel perimetro del Plis!

Aprile - luglio 2007



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