Dopo un percorso didattico che ha impegnato studenti e insegnanti della locale scuola media, alla presenza delle autorità è stato inaugurata a Cenate Sotto una pietra ricordo dedicata alle vittime delle foibe secondo quanto si apprende da L’Eco di Bergamo del 01.12.22
Come è noto, a tale tragica vicenda unitamente all’esodo istriano dalmata – fatti sui quali le analisi e le interpretazioni anche da parte della storiografia più rigorosa non sono univoche – è stato dedicato l’annuale Giorno del Ricordo del 10 febbraio.
Cade in tal giorno l’anniversario del trattato di pace del 1947 siglato a conclusione della tremenda sequenza di aggressioni militari e crimini mostruosi che sono stati perpetrati nei confronti di altri popoli dall’Italia Fascista e Monarchica nella Seconda Guerra Mondiale e negli anni precedenti, fatti per i quali in Italia non ci fu mai un processo di Norimberga e che vengono tranquillamente ignorati e minimizzati nella memoria collettiva.
La legge istitutiva del Giorno del Ricordo invita a prestare le dovuta attenzione “alla più complessa vicenda del confine orientale”, dove – come è noto – tra le due guerre il fascismo aveva messo in atto una sistematica politica di discriminazione e prevaricazione contro le popolazioni slovene e croate che abitavano da sempre i territori annessi all’Italia dopo la prima guerra mondiale.
Nel 1941 l’Italia con la Germania nazista l’Italia fascista partecipò anche all’invasione della Jugoslavia occupandone territori in Slovenia, Croazia, Montenegro e altri e contribuendo alla violenta repressione – rappresaglie, deportazioni, campi di concentramento e così via – dello straordinario movimento di liberazione che si era sviluppato tra i popoli della Jugoslavia.
Sull’occupazione militare italiana della Jugoslavia ci ha dato una toccante testimonianza proprio un cittadino di Cenate Sotto, Don Pietro Brignoli, che fu cappellano militare nei reparti dei Granatieri di Sardegna in Slovenia e Croazia e che negli anni Settanta pubblicò il suo diario di guerra.
E’ intitolato “ Santa Messa per i miei fucilati” e racconta dei civili presi in ostaggio e dei presunti partigiani che venivano fucilati nei villaggi sloveni dai reparti italiani e che Don Brignoli doveva assistere per i conforti religiosi.
Una testimonianza che, oltre a rappresentare un grido di dolore contro la guerra (tutte le guerre!) e uno straordinario messaggio di pace, aiuta a comprendere meglio anche quale sia stata “la più complessa vicenda del confine orientale”.
L’opera ora si può trovare in appendice al volume di Matteo Alborghetti “Da Cenate d’Argon a Cenate sotto” (edito nel 2008 con il patrocinio del Comune); nel web ampi stralci si possono leggere in http://www.criminidiguerra.it/BrignoliSMessa.shtml , mentre in https://www.audible.it/…/Santa-messa-per-i…/B09F3L5S2K è possibile con pochi euro ascoltare l’audio libro.
* Nella foto una fucilazione a Loška Dolina, Slovenia meridionale, avvenuta il 31 luglio 1942. I soldati italiani – probabilmente Granatieri di Sardegna – fucilano Franc Žnidaršič, Janez Kranjc, Franc Škerbec, Feliks Žnidaršič ed Edvard Škerbec, cinque abitanti del villaggio di Dane presi in ostaggio qualche giorno prima. (Maurizio G. Mazzucchetti, 03.12.22)
Commenti recenti