Appello alle/agli inquilin*, alle/ai lavoratrici/ori, alle associazioni, alle forze sociali, sindacali e politiche impegnate per il diritto alla casa
- Ottobre è stato assunto come mese della campagna internazionale “Sfratti Zero”. Da diversi anni anche in Italia in questo mese sindacati, associazioni, movimenti aderiscono alle giornate di mobilitazione contro gli sfratti e per affermare il diritto all’abitare sancito da trattati internazionali ma puntualmente eluso dal governo nazionale e dalle amministrazioni locali.
- Anche a Bergamo città la discussione in corso sul nuovo Piano di Governo Territoriale (PGT) sembra sfuggire proprio il nodo del diritto all’abitare ma si caratterizza invece nelle difficoltà dell’Amministrazione Comunale di relazionarsi con i cittadini e di privilegiare il decisionismo della giunta. Ne sono un chiaro esempio le vicende del parco Ovest e del quartiere di Boccaleone, nonché il grave precedente del parcheggio della Fara, per non parlare dello sgombero della cascina Ponchia a Monterosso che ad un anno di distanza risulta ancora inutilizzata e priva di una destinazione sociale.
- Ancora a Bergamo i sindacati inquilini chiedono, dall’inizio della crisi Covid, la convocazione di un tavolo di trattativa con le istituzioni di governo locale e con gli enti gestori dell’edilizia residenziale pubblica per affrontare in modo organico i vari nodi connessi al disagio abitativo e al diritto alla casa, senza ottenere risposta. Chiediamo la graduazione dell’esecuzione degli sfratti per morosità incolpevole o per finita locazione (per garantire alle famiglie colpite il passaggio da casa a casa) e la messa a bilancio di risorse economiche per il sostegno all’affitto. Dall’inizio della crisi sanitaria ancora in corso, assistiamo ad un aumento straordinario delle udienze per gli sfratti, a cui potrebbe corrispondere a breve un numero delle esecuzione mai visto che si assommeranno a quelle procrastinate da febbraio 2020 a causa della pandemia.
- Da ottobre stiamo subendo un aumento enorme delle bollette di luce e gas. Le contromisure previste dal governo mitigheranno solo in parte i rincari: si prevedono aumenti del 29,8% (luce) e del 14,4% (gas). E’ necessario che dal Governo agli Enti locali si individuino tutte le misure mirate a calmierare tali aumenti in particolare per le famiglie a basso reddito.
- Sui temi del diritto alla casa – anche fra i comuni della bergamasca – si riscontra un persistente disinteresse nella pianificazione dell’edilizia residenziale pubbblica. Il nuovo Piano di Governo del Territorio della città di Bergamo, in discussione in questi mesi, non prevede in forme chiare nuova edilizia residenziale pubblica a canone sociale ma neppure la locazione a canone calmierato. E molto vi sarebbe da discutere anche sulle proposte accennate di Housing Sociale. Una carenza che non riguarda solo la città capoluogo ma anche tutti i comuni della cosiddetta “Grande Bergamo”. Anche il PGT in discussione ultimamente nell’Amministrazione comunale di Seriate non prevede alcuna nuova casa popolare. Il patrimonio di edilizia residenziale pubblica per la sua larghissima maggioranza, circa l’85%, risulta edificato da non meno di 40 anni, con interventi di manutenzione straordinaria limitati e con una condizione generalizzata di incuria e degrado.
- Le istituzioni, dal governo, alle regione fino ai comuni, sottovalutano la crisi sociale che coinvolge da diversi anni centinaia di migliaia di famiglie e che si è aggravata nell’anno 2020 con l’aumento della povertà assoluta, passata dal 4,9% (2019) al 6,0% (2020) della popolazione, determinata dall’aumento della disoccupazione e precarizzazione del lavoro. In questo contesto diventa sempre più urgente la riforma complessiva della legislazione sui canoni, che da tempo i chiedono i sindacati, per regolarli diversamente, moderarli e calmierarli.
- Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede un investimento nel settore immobiliare di decine di miliardi di euro. La maggior parte non saranno però stanziati per realizzare nuove case popolari ma vengono indirizzati verso i privati e il sistema creditizio: il cosiddetto social housing, che è in realtà una risposta di sussidio alla rendita parassitaria più che ai bisogni reali dei ceti popolari. Solo una modesta parte del PNRR, in Lombardia (circa 252 milioni di euro), dovrebbe finanziare la “riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica”, fondi che potranno essere utilizzati dagli enti locali e dagli enti gestori delle case popolari dal 2021 al 2026.
- I sindacati chiedono da mesi, inascoltati, di poter vigilare sulla ripartizione finanziaria che la Regione farà dei fondi europei che saranno attribuiti ai comuni e all’ALER. Vogliamo evitare che tutti i soldi si esauriscano nel social housing all’italiana (sostegno a Fondi immobiliari per realizzare alloggi a canoni solo un poco più bassi del mercato privato) e chiediamo che siano indirizzati per la ristrutturazione di edifici pubblici e privati abbandonati per aumentare l’offerta di edilizia residenziale pubblica, una corretta manutenzione – ordinaria e straordinaria – del patrimonio pubblico residenziale esistente, un piano di edificazione straordinario di case popolari a canone sociale, senza consumo di suolo, recuperando edifici ed aree dismesse e riqualificando i quartieri.
- Su questi contenuti abbiamo chiesto di incontrare il Prefetto, il Sindaco di Bergamo, il Presidente Aler per chiedere di passare dalle parole ai fatti. Invitiamo le/gli inquiline/i, le/gli lavoratrici/ori, le forse sociali, sindacali e politiche al PRESIDIO indetto nel pomeriggio di sabato 30 ottobre a Bergamo davanti al Comune alle ore 15,30. Invitimamo i sindacati inquilini, i comitati e le organizzazioni che lottano per il diritto all’abitare e per spazi di socialità autorganizzati e liberi dalle logiche di profitto. (18.10.21 Unione Inquilini Bergamo, SOS Diritti Bergamo)
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