Si sta chiudendo la campagna elettorale per le elezioni comunali e ci è doveroso portare all’attenzione della cittadinanza alcune brevi riflessioni, astenendoci peraltro da qualsiasi indicazione di voto.
Elezioni importanti queste che ci accingiamo a fare e che cadono dopo la catastrofe del Covid (non ancora conclusa), nel quadro di una profonda crisi della globalizzazione neo-liberista, mentre si fanno sempre più stringenti gli allarmi per la crisi climatica e ambientale, per le tensioni internazionali e per le ingiustizie sociali sempre più profonde e drammatiche sul piano planetario, nazionale e anche locale.
E’ bene tener presente questo quadro che anche i commentatori più ottimisti ritengono preoccupante e ben poco idilliaco
Dobbiamo innanzitutto notare che questa campagna elettorale di cui sono state protagoniste le liste de “L’Alveare” e della “Lega-Salvini premier” ha brillato purtroppo per genericità e superficialità. Una campagna che ci ha molto deluso, perché fatta soprattutto di silenzi, in diversi casi perfino clamorosi e sconcertanti, almeno nei pezzi a stampa fatti pervenire alla cittadinanza. (cfr. il programma de L’Alveare e il programma della Lega – Salvini)
Ci limitiano solo alle considerazioni relative ad alcuni punti.
* Dopo la catastrofe del Covid (a San Paolo d’Argon nel marzo del 2020 abbiamo avuto un aumento di mortalità – rapportata al marzo degli anni precedenti – che è risultata in percentuale perfino superiore a quella dei paesi “martiri” di Nembro e Alzano!) non si può secondo noi far finta di niente o astenesi dal denunciare gli errori e le pesantissime responsabilità (a livello di Regione, Governo, poteri economici) che sono state all’origine della strage che qui in bergamasca è stata la peggiore del mondo.
E’ quanto mai urgente invertire la rotta che ha condotto allo smantellamento della sanità pubblica a vantaggio della sanità privata. La figura del sindaco detiene ancora competenze in materia e l’Amministrazione comunale non può rinunciare ad esprime un suo indirizzo su una materia così importante.
Gino Strada, recentemente scomparso, ancor prima del Covid scriveva della sanità in Italia: “11 milioni di persone non si curano perché non riescono a farcela economicamente e il sistema sanitario e lì che si preoccupa del pareggio di bilancio. E’ successo che si sono spalancate le porte al profitto. A me fa veramente schifo trarre profitto dal fatto che qualcuno soffra, perché credo che la medicina debba essere pubblica, di alta qualità e gratuita per tutti”.
Non c’è traccia dell’invito pressante di Strada; anzi, l’espressione SANITA’ PUBBLICA non compare in alcuno dei due programmi elettorali.
* A San Paolo d’Argon, nel 2021, in pochi mesi abbiamo avuto due morti sul lavoro (un lavoratore nostro concittadino deceduto in provincia di Varese e un lavoratore che veniva dall’India deceduto qui a San Paolo d’Argon). La Boost (ex Lediberg) la principale fabbrica del paese, presente da 50 anni, è coinvolta in una crisi profonda (è stato chiesto il concordato preventivo), con le conseguenti preoccupazioni riguardo la continuità produttiva ed occupazionale.
Sia delle vittime sul lavoro, sia della Boost ha parlato la stampa di tutta Italia. Non una parola si trova invece nei programmi delle due liste riguardo la sicurezza sul lavoro; e nemmeno della solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori Boost, quando invece serve un impegno forte a difesa della continuità, l’innovazione la difesa occupazionale del polo produttivo Boost-ex Lediberg, uno dei più rilevanti a livello provinciale. Attivarsi in tal senso da parte di una Amministrazione comunale è tutt’altro che ininfluente rispetto agli esiti di una vicenda delicata, preoccupante e ancora in corso. E – fra le varie istituzioni – l’impegno per la solidarietà nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori non può che partire dal nostro comune.
* Finalmente a San Paolo d’Argon ci si è resi conto – anche dopo i disastri meteorologi dell’anno scorso – che qualcosa bisogna fare per salvaguardare l’assetto idrogeologico. Ci si dimentica di dire però che quanto successo è conseguenza non solo del clima ma anche della selvaggia e veloce urbanizzazione che ha riguardato il nostro territorio.
Si vuole o non si vuole dire che a San Paolo d’Argon si è costruito troppo e in fretta, che il patrimonio edilizio residenziale, commerciale, produttivo non va più ampliato ma va riqualificato (non a caso anche gli ultimi governi hanno messo a disposizione – con il “110 per cento” – importanti risorse per questo) e che non è davvero il caso di suggerire altre espansioni commerciali, per esempio lungo l’asse di Via Nazionale col rischio che ciò diventi un “volano” per un ulteriore assalto al territorio.
E’ davvero ora che, anche e specialmente a San Paolo d’Argon, si parli e si ragioni in termini di “CONSUMO ZERO DEL TERRITORIO”. E’ un indirizzo da praticare con rigore e urgenza. A livello sovraccomunale infatti ci sta di fronte la finanza più aggressiva, orientata a riversare sul territorio le peggiori devastazioni, intenzionata alla speculazione più selvaggia e di dimensioni mai viste: dalle autostrade inutili che si vogliono realizzare, dall’espansione forsennata della logistica cavalcata con particolare accanimento ora anche dalle multinazionali, ai flussi aeroportuali che si vogliono espandere di nuovo in modo esponenziale, dallo stravolgimento degli assetti territoriali e sociali che si intendono portare alle estreme conseguenze. Tutte tendenze pericolosamente in atto che – secondo noi – vanno capite e contrastate con determinazione.
* In nessuno dei programmi – malgrado il bisogno conclamato – si parla di edilizia residenziale pubblica. E’ sempre più grande il numero di persone – non solo immigrati, ma anche anziani, giovani, lavoratori e lavoratrici – che non riescono a trovare e pagarsi la casa. In un paese come l’Italia che è il fanalino di coda in Europa in quanto ad alloggi pubblici, e in un comune come il nostro dove la dotazione è inferiore alle media nazionale e regionale, non si può fare a meno di notare che la politica locale si rifiuta anche questa volta di prendere in considerazione la necessita’ dell’EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA – possibile ed auspicabile senza consumo di suolo – che è lo strumento principale per garantire il diritto alla casa.
* Né nel programma della Lega né nel programma dell’Alveare la parola DIRITTO/I, inteso come diritti delle persone, dei cittadini ma anche come diritto alla salute, al lavoro, all’istruzione compare. E non compare nemmeno alcuna presa di distanza o assunzione di responsabilità contro chi vuole apertamente attaccare, ridurre o negare questi diritti sacrosanti e sanciti variamente dalla Costituzione.
Si sa infatti che spendere una parola contro xenofobia e razzismo, omofobia e transfobia, maschilismo e abilismo o contro le propensioni autoritarie e regressive purtroppo presenti anche nel senso comune, rischia di questi tempi di far perdere voti.
Quanto poi alle disparità sociali – come certificano le statistiche e gli studi che se ne fanno – l’Italia è tornata più o meno alla stessa situazione degli inizi del secolo scorso (il Novecento). Denunciare questa situazione e prendersi impegni certi e non fasulli per l’equità sul piano economico e sociale andando oltre la beneficenza e i buoni consigli, anche questo può risultare controproducente e far perdere i consensi dei benestanti e il sostegno dei poteri economici.
Come è noto, se i proclami non bastano a cambiare le cose, le reticenze rischiano perfino di contribuire a peggiorarle e condurci alla barbarie (01.10.21, alternainsieme.net)
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