Ancora gravi i rischi del Covid, ma c’è tantissima voglia di normalità. Purtroppo questa auspicata normalità col 30 giugno 2021 si presenta con la fine tanto del blocco dei licenziamenti quanto del blocco degli sfratti, con grande soddisfazione di chi li ha mal tollerati entrambi e invece con grandissima preoccupazione e angoscia di chi questi “sblocch” li deve subire.
Per la verità diverse tipologie di sfratti – fa presente Rita Rebecchi, segretaria di Unione Inqulini Bg – non si sono mai fermate neppure col Covid e ci è toccato intervenire nei mesi scorsi, in pieno inverno e in piena zona arancione, per evitare sgomberi improvvisi senza alcuna sistemazione alternativa per le famiglie coinvolte. Adesso, dal 1° luglio, rieccoci con la “normalità”, dopo 16 mesi di parziale sospensione”.
Ma gli sgomberi forzosi, e in particolare quando derivano dall’incapienza economica di chi li subisce non possono essere considerati “normali” alla luce della normativa nazionale e, ancor più chiaramente, delle convenzioni internazionali. Infatti anche in sede Onu si raccomanda che “nel caso in cui lo sfratto sia inevitabile, gli Stati devono rispettare precise modalità per non violare nessun diritto umano di tutte le persone coinvolte, senza nessuna distinzione, nemmeno di cittadinanza o meno, di titolo legale di uso o mancanza di titolo: deve essere effettuata una tempestiva comunicazione preventiva, stabilito il dialogo tra le parti per concordare soluzioni rispettose di tutti i diritti umani, trovata preventivamente una rilocazione adeguata, sicura, dignitosa e accessibile per tutte le persone e le famiglie coinvolte”. E ciò è ancora più necessario stante la situazione di pandemia da COVID19 non superata, mentre diversi studi hanno dimostrato l’incidenza degli sfratti sull’aumento della contagiosità e della mortalità.
Per avere garanzia del rispetto delle persone e delle famiglie come Unione Inquilini e gli altri sindacati casa saremo mercoledì 30 giugno dalle ore 17,30 in presidio davanti alla Prefettura (Via Tasso 8, Bergamo) e incontreremo il 2 luglio il Prefetto per chiedere che anche in bergamasca siano attivati gli strumenti necessari per garantire alle famiglie sotto sgombero il passaggio da casa a casa.
“Vogliamo evitare – ricorda Rita Rebecchi – che le persone sfrattate siano lasciate a se stesse; ma vogliamo anche evitare, come avviene frequentemente anche da noi, che le famiglie siano divise limitando l’alloggio provvisorio alternativo solo ai figli minori e alle rispettive madri e lasciando invece a se stessi gli altri componenti della famiglia. I primi sfratti che andranno in esecuzione sono quelli decretati già dal 2019 e i servizi sociali dei 243 comuni della nostra provincia hanno avuto tutto il tempo per individuare soluzioni alternative dignitose. Speriamo davvero che lo abbianofatto; e comunque facciamo appello all’associazionismo perché collabori a questo sforzo, vigili e intervenga perché nessuno sia lasciato solo di fronte all’ufficiale giudiziario e alle forze dell’ordine che intervengo per sgomberare.”
Soltanto con gli alloggi pubblici lasciati vuoti dagli enti preposti si potrebbero risistemare buona parte delle persone e famiglie attualmente sotto sfratto. I problemi di incapienza e conseguente sfratto in cui finisce tanta gente, anche nella “ricca” Bergamo, sono una conseguenza diretta delle disparità sociali e del crescente impoverimento documentato dalle ultime statistiche; gli affitti sono troppo alti e la gente non ha soldi per pagare: serve una diversa normativa degli affitti, come da tempo chiediamo, e serve un rilancio deciso dell’edilizia residenziale pubblica a canone sociale, dopo svariati decenni che non si fa più nulla.
“Unione Inquilini chiede di fare col Ricovery Fund 500 mila nuovi alloggi pubblici, utilizzando aree dismesse, riqualificando i quartieri popolari, senza consumo di altro suolo inedificato. Sarebbe questo anche un modo forte per rilanciare l’occupazione e l’economia in alternativa alle cosiddette ‘grandi opere’ che costano di più e non servono.”

Unione Inquilini Bergamo
Bergamo, 29 giugno 2021
Commenti recenti