San Paolo d'Argon

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"Il brolo tutto cinto di mure"

1729
 

Il Monastero di San Paolo d'Argon non consisteva solo nei chiostri, ma comprendeva le molteplici dipendenza che ne facevano un'azienda agricola al centro di una vastissima tenuta. Strettamente connesso con il Monastero era in particolare l'ampio podere (o "chioso") che dal basso saliva sulla retrostante collina terrazzata, circondato dalle mura protettive, meticolosamente segnate nella mappa del 1729.

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Di tali mura, in gran parte abbattute tra Ottocento e Novecento e delle quali non siamo in grado di datare l'origine, rimangono ancora diverse tracce. Proveremo nelle note e con le fotografie che seguono a ripercorrerne il perimetro a forma approssimativa di quadrilatero, per verificarne sopravvivenze, tracce, relitti.

 

2007

   
  • Da ovest
 

Per ripercorrere tale perimetro del brolo (così si chiamavano i campi chiusi protetti da mura o palizzate), partiamo dalla via del Convento, sulla quale - dall'incrocio con la via dei Benedettini - si affacciano le costruzioni delle pertinenze del Monastero, quelle che oggi vengono chiamate cascina "Convento".

 

2011

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All'incrocio tra la via del Covento e il viale delle Rimembranze si trovava l'ingresso agli edifici e agli spazi colonici del Monastero. Negli anni Venti del secolo scorso venne realizzata la casa dell'Opera Nazionale Combattenti, oggi destinata ad alloggi comunali.

 

2008

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Così appariva il medesimo ingresso (anzi, due ingressi: uno per ciascun cortile) nella mappa del 1729. Si nota pure la torretta di protezione.

 

 

 

1729 (1)

   

Così era invece l'entrata agli edifici e ai cortili colonici del Monastero prima delle trasformazioni dell'Opera Nazionale Combattenti (1924-1927)

 

 

 

1927 (2)

   

Il sagrato attuale ("piazza avanti la chiesa") era chiuso sul lato nord dal muro del brolo che si agganciava alla chiesa parrocchiale. Vi si trovava pure un passaggio verso i campi ("rastello del brolo").

Il sagrato oggi (foto): qui

1729 (1)

   

A metà circa del muro del sagrato si trovava la santella ora collocata ad ovest sulla via del Covento dirimpetto alla facciata della chiesa. Nella foto si vede come appariva il sagrato in una cartolina degli anni Venti, appena prima dell'abbattimento del muro.

 

 

Cartolina 1926 (3)

   

Poi il muro del brolo saliva diritto fino ad incontrare l'attuale via Madonna d'Argon. La via Fontanino, che diventa sterrata e termina con un sentiero stretto e scosceso, corrisponde a questo tratto. Ci sono ancora qua e là cocci di coppo e pietrame.

 

 

Marzo 2011

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Nella parte superiore sono sopravvissuti alcuni brani del muro, in precario equilibrio tra la vegetazione e gli scavi recenti. Anche qui vi si trovava un passaggio ("rastello") che collegava il podere con il bosco.

 

1729 (1)

agosto 2010

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Nel dicembre 2011 quasi tutto il tratto nord del muro è stato ripulito e reso meglio visibile. Cfr. alternainsieme.net 25.12.11: qui

agosto 2010 / marzo 2011

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  • Da nord
 

Da questa parte il muro costeggia la via Madonna d'Argon ed è abbastanza ben conservato per ampi tratti anche se i movimenti del terreno che risalgono a diversi decenni fa (verso nord) e la vegetazione boschiva cresciuta (a sud) lo rendono pressoché invisibile.

 

Marzo 2011

   

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Marzo 2011

 

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Nelle foto ultimo tratto del muro appena al sotto della cascina "Casocc".

 

 

 

Marzo 2011

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Alla cascina "Casocc" il muro si apriva con un portale di collegamento verso i prtai e i boschi all'esterno.

 

Cfr. Cascina "Casocc": qui

 

1729 (1)

   
  • Da est
 

Da questo lato il muro correva in corrispondenza del ripido sentiero che scende dalla Cascina Casocc fino alla Cascina Plezzo. Del muro sopravvivono le macerie che hanno dato vita appunto al ripido camminamento attuale. Anche qui si possono ancora ritrovare frammenti, cocci di coppo e pietrame.

 

agosto 2011

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febbraio 2007

   

A quota 280 circa si apriva un'altra porta in corrispondenza della strada di cui non si notano tracce e che collegava il Monastero alla cascina ora chiamata Bressana attraversando in diagonale il podere del Monastero.

 

 

1729 (1)

   

Come si presenta oggi il percorso verso la Cascina Bressana.

 

 

marzo 2007

   

Ancora più in basso, verso la Cascina Plezzo, al posto del muro abbattuto troviamo una specie di terrapieno che divide i campi di vigna, ultimamente con una curiosa e maestosa recinzione che ne impedisce il transito.

 

 

febbraio 2007/agosto 2011

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febbraio 2007 vvv

   

A lato del terrapieno, verso est, si notano ancora i detriti che forse costituivano la base del muro.

 

 

 

marzo 2008

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Più in basso il muro incontrava il canale del Senighetto, la derivazione della Seniga che portava l'acqua al Monastero per l'irrigazione degli orti e gli altri usi. Il canale è stato intubato e viene ancora oggi utilizzato sporadicamente per le attività agricole. Gli attuali strumenti urbanistici destinano il percorso del Senighetto a pista ciclopedonale. Il muro poi scendeva verso la Seniga attraversando gli spazi occupati dall'attuale Cascina Plezzo (qui).

 

agosto 2011

   
  •  Da sud
 

Il muro a sud correva lungo le sponde della Seniga, più o meno a partire dal ponte di accesso alla attuale cascina. Da questa parte non ne rimane traccia fino all'altezza del nuovo Oratorio.

 

 

agosto 2011

   

All'altezza dell'attuale ponte sulla Seniga di fronte al cimitero il Senighetto - attraverso un arco nel muro - rientrava nel torrente.

 

 

1729 (1)

   

L'arco è ancora visibile. In questo settore si trovano i resti del muro meglio conservati, addirittura restaurati lo scorso anno, quando venne completata la costruzione del nuovo oratorio.

 

 

2011

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Come si presentava il muro fino a qualche tempo fa. Quando - alla fine dgeli anni Cinquanta - venne realizzato il campo sportivo parrocchiale ampi tratti erano stati abbattuti e sostituiti con prefabbricati o cemento armato.

Altre foto: qui

2008

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Nell'ultimo tratto, quando la via dei Benedettini si avvicina alla via del Convento, una sezione del muso è stata rimossa interamente in corrispondenza dell'abitazione (ora vuota) costruita agli inizi degli anni Settanta.

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Quando venne realizzata la sede dell'associazione Nazionale Alpini in una porzione del Convento, il muro nei pressi del portale di entrata è stato inspiegabilmente "abbassato".

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Il portone che dà sul cortile della cascina Convento e il dettaglio della mappa del 1729.

Altre foto: qui

 

 

 

 

1729 (1)

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Ancora il portone della cascina Convento. E con quest'ultima inquadratura si conclude il giro del perimetro del "chioso tutto cinto di mure"

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Per concludere

Non sarebbe male che quanto sopravvive dell'antica recinzione del "chioso" del Monastero venisse recuperato e segnalato con qualche (sobrio e duraturo) cartello segnaletico, rendendo agibile - fin dove ancora possibile - tutto il perimetro. Anche spendendo poco, il meno possibile di soldi pubblici, si può fare un'operazione culturale dignitosa e significativa. L'area del "chioso" forse coincide con il terreno che il conte Gisalberto donò nel 1079 ai monaci cluniacensi. A tale donazione - come è noto - si fa risalire la fondazione del Monastero stesso. Comunque sia, riteniamo fondamentale la salvaguardia di questo pezzo di territorio, in quanto connesso unitariamente con il Monastero. Le ultime operazioni effettuate (edificazione del nuovo oratorio) o ipotizzate (centro congressi) non collimano con questa idea di salvaguardia del Monastero cinquecentesco.

Settembre 2011

 
Ultima modifica 14.09.11

Note

1. Le riproduzioni del Cabreo 1729 sono tratte dal Calendario 1998 della Amministrazione comunale di San Paolo d'Argon, contenente alcune tavole della Pianta de stabili del Rev.mo Monasterio di S. Paolo D'Argon Anno Domini MDCCXXIX (a cura di Mario Francesco Rota)

2. (Luigi La Marca), Una trasformazione fondiaria nel Bergamasco, Editrice L'Opera Nazionale Combattenti, Roma anno VI (1927), p. 29. L'articolo è stato riprodotto anastaticamente in Natale Carra, Trasformazione e persistenza fondiaria a San Paolo d'Argon, Edizioni Bolis 2011.

3. La fotografia è nel Cd La vita tra gente e luoghi di San Paolo d'Argon, edito dal Comune di San Paolo d'Argon ( 2011), cui competono i diritti