Bergamo. 18 marzo, giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid 19. Noi preferiamo commemorare in un altro modo!

Avviene per il secondo anno consecutivo.

Noi cittadini di Bergamo, città martire, colpita dal Covid nel marzo-aprile del 2020, quando prese rapidamente piede un gigantesco focolaio che fece un numero spaventoso di vittime , ci troviamo a commemorare in solitudine i nostri morti, esclusi dalle cerimonie istituzionali. Stato, regione e comune lasciano i parenti delle vittime e i cittadini fuori dalla porta.

L’inutilità e l’ipocrisia dei teatrini istituzionali in questa giornata sono evidenti.
Noi non vogliamo cerimonie ipocrite e autoassolutorie, non ci servono, anzi ci irritano. Noi abbiamo bisogno prima di tutto di verità e di giustizia.
La nostra memoria va insistentemente a questa strage che ci assilla, ci inquieta e ci pone gravi interrogativi.

Come e perché è stato possibile?

Rispondere a questa domanda significa non solo individuare i responsabili, ma capire anche dove e come si debba intervenire per cambiare e attrezzare la società, le persone, il sistema sanitario perché si realizzi ciò che serve ad evitare che altri disastri si ripetano e a superare il senso di fragilità.

Siamo delusi, invece, e sconcertati dal vuoto di risposta che notiamo nelle istituzioni che, senza nemmeno una parvenza di autocritica, vogliono chiudere la parentesi e riprendere tutto esattamente come prima, o peggio di prima.

Perché il campo di indagine della commissione parlamentare di inchiesta – attraverso un emendamento – è stato limitato al periodo antecedente al 30 gennaio 2020, quando la pandemia non era ancora venuta alla luce in Italia?

Perché alla scadenza della legge regionale sulla sanità in Lombardia ne è stata adottata un’altra che sfacciatamente accentua la tendenza alla privatizzazione e misconosce ulteriormente il ruolo della sanità nei territori? Privatizzazione e deprivazione della medicina di base non erano state considerate tra i fattori che più avevano contribuito ad indebolire la risposta del sistema sanitario alla pandemia?

Perché il nostro Paese è stato fra i Paesi dell’UE che maggiormente si sono opposti abolire i brevetti sui vaccini di Big Farma, decisione che ha intralciato significativamente la diffusione delle vaccinazioni di massa nei Paesi più poveri, fattore questo che poi ha incrementato la proliferazioni delle cosiddette varianti del virus?

Perché, malgrado due anni di pandemia, non sono stati presi provvedimenti per evitare che nei prossimi cinque anni – secondo le tendenze in atto – il 40% dei cittadini della nostra regione sarà senza medico di fiducia e sarà costretta a prestazioni private pagate di tasca propria? Perché medici e personale sanitario, indicati ieri come eroi per il lavoro svolto nell’emergenza Covid e per l’alto numero di vittime, oggi sono oggetto di una campagna denigratoria, da parte della stampa e persino dalla vicepresidente regionale Letizia Moratti?

In questo contesto ribadiamo che commemorazioni istituzionali come quella prevista per venerdì 18 marzo nella quale (come avvenuto lo scorso anno ) non hanno alcun ruolo i soggetti che maggiormente hanno subito la pandemia e che maggiormente sono impegnati per la verità e la giustizia, risultano ipocrite e prive di valore e per quanto ci riguarda, ne leggiamo il solo intento di voler seppellire insieme ai nostri morti l’unica cosa che può essere di consolazione, la Verità.

I fatti come quelli che hanno riguardato il pronto soccorso dell’Ospedale di Alzano Lombardo, la mancata istituzione della zona rossa in Valseriana e in provincia di Bergamo, che, come ricordato recentemente dal prof Crisanti, avrebbe potuto risparmiare migliaia di vittime nella nostra provincia e non solo, le scelte di politici e amministratori che hanno accettato di farsi condizionare dagli interessi dell’economia anteponendo le ragioni del profitto di pochi a quelle della salute di tutti, lasciano aperti inquietanti interrogativi.

I nostri comitati , i nostri presidi , tutti coloro che lottano sui territori difendendo la salute pubblica , non saranno alla commemorazione ufficiale, ma continueranno nell’impegno per la verità e la giustizia , per ribadire il diritto alla salute di tutti e tutte, contro lo scippo sistematico di uno dei diritti fondamentali come quello di una salute pubblica , gratuita e per tutti e tutte, previsto e garantito dalla nostra Costituzione.

Giù le mani dai nostri morti!

Bergamo, 16 marzo 2022

Coordinamento Bergamasco per il Diritto alla Salute “Dico32” (tel. 3881463481 – coordsalutebg@libero.it)

Tavolo della Salute – Bergamo (tel. 3493967466 – tavolodellasalute@libero.it)

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